La notizia è arrivata da Tripoli. Pochi minuti più tardi la conferma del Pentagono: il governo di unità libico promosso dalle Nazioni Unite e insediatosi a Tripoli ha chiesto ufficialmente agli Stati Uniti di bombardare l’Isis a Sirte. Lo ha annunciato il premier Fayez Al Sarraj, in conferenza stampa citato dai media locali, affermando che i primi bombardamenti sulla città natale di Muammar Gheddafi, controllata da gruppi affiliati allo Stato Islamico, sono stati effettuati oggi. L’aviazione Usa aveva già condotto attacchi aerei in Libia, l’ultimo dei quali contro un campo di addestramento del gruppo jihadista nella città di Sabrata a febbraio.

Nel suo discorso in tv, Sarraj ha precisato che “oggi caccia americani hanno effettuato dei raid aerei contro l’Isis a Sirte conformemente alla richiesta presentata dal Consiglio presidenziale del governo di intesa nazionale ed in coordinamento con la ‘Operation Room’ dell’operazione Al Bunyan al Marsous” a Sirte.

Sarraj ha rivelato che il suo governo aveva chiesto un “sostegno diretto agli Stati Uniti per effettuare raid aerei contro l’Isis a Sirte”, scrive il sito Alwasat, confermando il “rifiuto del suo governo ad ogni tipo di ingerenza straniera senza mandato o autorizzazione del governo di intesa nazionale”.

“L’aviazione Usa ha colpito alcune postazioni dell’Isis a Sirte – ha aggiunto – infliggendo loro pesanti perdite“. Questo “aiuto solo aereo sarà limitato ad un asso di tempo ben determinato, nell’are di Sirte e della sua periferia” e “non ci saranno presenze militari Usa sul terreno”.

Conferma dei bombardamenti è arrivata anche dal Pentagono. Il portavoce Peter Cook ha sottolineato che i “raid di precisione” puntano a negare allo Stato Islamico “paradisi sicuri” e sono stati autorizzati dal presidente americano, Barack Obama, su raccomandazione del segretario alla Difesa, Ash Carter. “Altri bombardamenti continueranno sino a quando il governo di unità nazionale libico lo richiederà”, “non è prevista una scadenza in questo preciso momento” e “ci sarà un accordo attento e coordinato” con le autorità libiche ” per consentire loro di “compiere un’avanzata decisiva e strategica”, ha detto ancora Cook, secondo il quale nella città costiera ci sono circa “1.000 combattenti” del califfato.

La notizia arriva dopo che nei giorni scorsi i media libici hanno riportato di un messaggio del comando dell’operazione Al-Bunyan Al-Marsous al governo di Al Sarraj chiedendo l’ausilio di raid aerei Usa nella battaglia contro l’Is anella città costiera. Nel messaggio, secondo quanto riportato da diversi media libici, l’operazione Al-Bunyan Al-Marsous chiede l’intervento Usa sulla base di coordinate fornite delle forze fedeli a Serraj presenti sul terreno.

Il primo plauso all’operazione parte da Roma: “L’Italia valuta positivamente le operazioni aeree avviate oggi dagli Stati Uniti su alcuni obiettivi di Daesh a Sirte” – si legge in una nota della Farnesina – esse avvengono su richiesta del governo” guidato da Fayez al Sarraj “a sostegno delle forze fedeli al governo, nel comune obiettivo di contribuire a ristabilire la pace e la sicurezza in Libia”, prosegue il testo. L’Italia sostiene il governo guidato da Sarraj e “lo incoraggia a realizzare le iniziative necessarie per ridare stabilità e pace al popolo libico”.

L’Italia, da parte sua, è stata informata ma non ha partecipato alle operazioni, hanno riferito all’ANSA fonti qualificate, secondo cui i caccia da sorveglianza e ricognizione italiani non hanno supportato il blitz, né gli aerei americani sono partiti da basi situate in territorio italiano.

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