All'interno dell'area archeologica tutto è fermo. Mentre all'ingresso l'abbandono si fa sempre più evidente: immondizia e buche nella pavimentazione.
“… l’area archeologica del Teatro romano di Teano resterà temporaneamente chiusa al pubblico per motivi di sicurezza. La Soprintendenza provvederà a dare immediata comunicazione della data di riapertura del Museo sul proprio sito istituzionale e a mezzo stampa”. Il comunicato, pubblicato il 29 febbraio 2016 sul sito della Soprintendenza archeologica della Campania, è chiaro e per certi versi rassicurante. Si trattava di una chiusura temporanea. Trascorsi più di cinque mesi qualche dubbio viene. In maniera più che legittima. Già, perché all’interno dell’area archeologica tutto è fermo. Mentre a ridosso del cancello d’ingresso e della recinzione l’abbandono si fa sempre più evidente. Immondizie sparse e pavimentazione nella quale si sono aperte delle buche.
Il problema della sicurezza della struttura antica rimane così com’era. Senza soluzione. Nessun rifacimento della palizzata lignea che delimita il teatro. Alcuna sistemazione della scalinata ferrea che porta all’interno dell’ambulacro. Niente messa in sicurezza dell’area soggetta ad un piccolo crollo della sezione non scavata. Uno stallo preoccupante al punto che a metà maggio Nicola Di Benedetto, il sindaco del comune casertano, scrive a Mariella Utili, direttore del Polo museale della Campania per “chiederle quali sono le difficoltà e quali i tempi di realizzazione dei lavori, perché per noi il teatro è una realtà molto importante e particolarmente per l’approssimarsi della stagione estiva… per permettere la fruizione da parte di gruppi di visitatori e l’utilizzo per spettacoli e eventi programmati dal comune”(leggi).
Comprensibile la preoccupazione del sindaco. Perché il teatro di Teano non è solo una testimonianza dell’antica Teanum Sidicinum. E’ la “guest star” dei teatri romani, il più antico edificio da spettacolo interamente costruito su volte (leggi). Una sicura attrattiva da quando, nel giugno 2010 ha riaperto al pubblico dopo un lungo restauro, avviato alla metà degli anni Novanta.
Ora di un progetto di risistemazione dell’area si parla. Il direttore del locale Museo archeologico, il dott. Antonio Salerno, ne ha confermato l’esistenza, con relativi costi, che ammontano a circa 15.000 euro, almeno per quel che riguarda la realizzazione della palizzata lignea che assicurerebbe la riapertura seppur parziale del monumento. Insomma i problemi sarebbero altri. Allo stato attuale nessun ente si è mostrato disponibile a finanziare i lavori, se non forse il Comune. Mancanza di risorse, forse, ma anche un certo disinteresse. Una lontananza dalle reali esigenze dei territori. Eppure quando nell’ottobre 2015 il governatore Vincenzo De Luca, insieme alle eurodeputate Pina Picierno e Francesca Barracciu, allora sottosegretario al Mibact, vennero in visita a Teano, facendo un sopralluogo al monumento, presero l’impegno di attivarsi per la sua promozione.
Impegno disatteso, da quel che sembra. Quando poi ci sarebbe stata la possibilità di finanziamenti ad hoc la politica regionale non ha colto l’occasione. E’ così accaduto che, a gennaio 2016, in sede di approvazione del “Bilancio di previsione finanziario per il triennio 2016-2018 della Regione Campania” siano stati bocciati due emendamenti del M5s che avrebbero destinato 1.000.000 di euro al recupero delle aree archeologiche abbandonate esistenti nel territorio di Teano e 300.000 euro per il recupero del percorso turistico che va dal teatro romano fino al museo archeologico. Ci sarebbe poi un’ulteriore criticità a rendere più difficoltoso trovare soluzione alla vicenda. La riorganizzazione di competenze e ruoli innescata dalla recente riforma delle Soprintendenze lascia scoperta la casella occupata dal nuovo responsabile dell’area archeologica. Quindi se anche si reperissero le risorse per il primo intervento di messa in sicurezza a mancare sarebbe il responsabile del Mibact in grado di sottoscrivere l’impegno. Paradossale ma disgraziatamente reale.
Così a dispetto di riforme delle strutture ministeriali, di politiche di valorizzazioni del patrimonio storico-archeologico, di incremento dei flussi turistici anche in Campania le storie impossibili non si arrestano. A Teano il teatro continua a rimanere colpevolmente chiuso. Forse per questo sul sito del Circuito informativo Regionale della Campania per i Beni Culturali e Paesaggistici ancora s’informa che è “Visitabile su richiesta presso l’ufficio archeologico di Teano” (leggi). Semplice dimenticanza o legittimo pudore?