“La legge sulle unioni civili? Dio mio, Dio mio, Dio mio. E’ un tristissimo tasto sulla nostra decadenza morale e demografica. La società deve sostenere le famiglie che prolificano. Dobbiamo avere un futuro e il futuro si fa coi figli, non col coito anale“. Sono le parole pronunciate nel corso di ‘In Onda Estate’ (La7) dall’editorialista de Il Foglio, Camillo Langone, noto per il suo cattolicesimo sospinto. La frase ha scatenato sui social network una ridda di polemiche, che sono fioccate anche per l’opinione stroncatoria del cattolico sui sacerdoti che aiutano i poveri in Chiesa: “L’ignoranza di questi personaggi è totale e la gente non ha capito che il lusso crea benessere e dà lavoro. Ad esempio, i fiori ai funerali e ai matrimoni sono cose bellissime. E fanno lavorare coltivatori, fiorai e tanti altri. Lo dice anche il Vangelo a proposito di un episodio che riguarda Giuda. E’ un discorso da Giuda” – continua – “quello di essere contrario al lusso, che invece è un elemento fondamentale del culto, del sacro e della liturgia. Si vuol dare da mangiare ai poveri? Non in una chiesa, ci sono tanti altri spazi. Il Cristianesimo è bellezza, non è pauperismo, né miseria“. Langone poi loda “la santa ingerenza” ad opera della Chiesa nella politica nel dopoguerra: “Senza frati e preti avremmo avuto decenni di dittatura comunista. Ora questa ingerenza non esiste più“. Poi si rende protagonista di uno scontro vivace con l’Imam Yahya Pallavicini, in un lungo j’accuse all’islamismo: “Se facciamo costruire tanti minareti e tante moschee nelle città italiane, ovviamente saremo in balia dell’Islam e ci riempiremo di muezzin che un bel giorno possono ordinare di tagliare la gola agli ebrei o ai cristiani. Questo è accaduto in Turchia”. Il giornalista si sfida anche con il matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi, che osserva: “A me una moschea non dà fastidio, anche perché serve agli islamici per andare a pregare, così come i cristiani vanno nelle chiese. Mi sembra che la visione che ha Langone sulla religione musulmana e su quella cristiana sia completamente sbagliata. I simboli ci sono in entrambe le religioni: forse la croce non è stata un simbolo di guerra per millenni? In realtà” – prosegue – “il Cristianesimo e l’Islam si intendono poco e non si sopportano perché sono fatti della stessa pasta, sono facce della stessa medaglia, che è quella del monoteismo. Dicono: ‘Il mio Dio è unico’. E certo, accettare quello degli altri diventa difficile”. “Sono disperato” – insorge Langone – “Purtroppo Odifreddi non ne sa mezza e fa confusione. E’ desolante il livello“