Siamo andati in riviera a Rimini per capire se dopo la morte di Lamberto Lucaccioni un anno fa, qualcosa è cambiato o lo sballo continua come prima. Passiamo una notte con i poliziotti della Questura di Rimini: per le strade, fuori da alcune discoteche, il cane antidroga scova in pochi minuti marijuana e hascish, nelle spiagge, nelle aiuole, addosso ai vestiti dei ragazzi che affollano la movida. Ma la vera preoccupazione per gli addetti ai lavori è la diffusione massiccia delle metanfetamine, le stesse che hanno ammazzato Lamberto. “Sono le sostanze più utilizzate perché economiche e facili da reperire. Ma sono quelle che fanno più danni, soprattutto se mescolate con alcol”, spiega Mattia Muratori, uno dei volontari della Croce Rossa di Rimini. Le loro ambulanze lavorano spesso ai margini di grandi eventi, come la Notte rosa o la Molo street parade. In queste grandi manifestazioni della riviera i casi di intossicazione grave, spiega Mattia, negli ultimi anni sono un po’ diminuiti. Ma un dato rimane preoccupante e ce lo spiega anche il primario del Pronto soccorso di Rimini, Marco Galletti: “Tra questi casi gravi ci sono ancora molti minorenni

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