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Candy Charms, la pornostar in Iran per rifarsi il naso: le polemiche arrivano fino al ministero degli esteri

Scandalo internazionale a sfondo porno. Capita nell’ultra conservatrice Teheran a fine luglio 2016. Protagonisti sono l’attrice hard, le straordinarie cliniche di chirurgia plastica della capitale iraniana celebri in tutto il mondo per la loro precisione e solerzia, e almeno un paio di distratti funzionari doganali

Scandalo internazionale a sfondo porno. Capita nell’ultra conservatrice Teheran a fine luglio 2016. Protagonisti sono l’attrice hard Candy Charms, le straordinarie cliniche di chirurgia plastica della capitale iraniana celebri in tutto il mondo per la loro precisione e solerzia, e almeno un paio di distratti funzionari doganali che non si sono accorti dell’intrusione di una conclamata peccatrice sul suolo della Repubblica Islamica. L’intrigo che spopola online e sui tabloid inglesi inizia quando la bella e prosperosa Candy, 27 anni da Luton, Bedfordshire, Inghilterra, posta sui suoi profili social la sua foto con occhiali da sole, la testa avvolta in un hijab nero, e un leggero broncio a rinforzare il già corrucciato primo piano iperreale dovuto alle labbra siliconate.

Nessuna offesa ad Allah o Maometto. Nessuna considerazione negativa sugli iraniani e l’ayatollah, anzi. Un breve post con mille complimenti. “Ho amato Teheran, la gente è così gentile e generosa. Per tutto il viaggio sono stata davvero colpita da quanto gli iraniani siano meravigliosi”. Le righe di Candy vanno a colmare un gap di qualche giorno nella sua pagina Twitter da 120mila followers, dopo essersi sottoposta ad un’operazione chirurgica per correggere quelle che lei riteneva alcune imperfezioni del suo naso. Ma soprattutto è stato un modo di collegarsi nuovamente col mondo visto che, come ha scritto sui social, sapeva “che sarebbe stato complicato tenersi in contatto via web” mentre si trovava in Iran. La pornostar inglese ringrazia poi soprattutto un’amica che pare l’abbia aiutata per ottenere il visto necessario per entrare nella repubblica islamica. Ed è qui che succede il patatrac. La folla di utenti autoctoni, i persiani, inferocita e imbestialita dalla riconosciuta presenza di una pornostar dentro i sacri confini della patria esprime la sua rabbia in farsi con commenti insultanti. Tanto che Candy si è trovata costretta a sospendere il suo account.

Ma ciò che ha fatto arrabbiare di più gli iraniani meno inclini allo star system dell’hard è come Candy Charms sia riuscita a passare indenne le forche caudine del ministero degli esteri e della dogana iraniana. Già perché Candy è una delle super maggiorate, seppur dichiaratamente siliconate, del mondo del porno: decima di reggiseno, ed oltre due chili di peso per ogni seno. L’ira dei commentatori si scaglia così verso i funzionari governativi che le hanno concesso il visto: ma come avete fatto a non accorgervene? Una fonte governativa ha dichiarato che la ragazza ha acquistato un biglietto aereo attraverso un’agenzia di viaggi con un nome diverso dal suo, dichiarando di essere un’estetista. Il vice ministro degli Esteri, Hassan Qashqavi, ha poi sottolineato che proprio a causa degli elevati standard morali della repubblica islamica i funzionari non sarebbero stati in grado di riconoscere la pornostar a prima vista.

Ogni anno in Iran vengono svolte decine di migliaia di interventi ‘estetici’ soprattutto per il viso, rendendo Teheran una delle 10 località più popolari al mondo per la chirurgia plastica. La stessa Candy Charms ha elogiato la qualità del lavoro effettuato dai medici iraniani, anche se sui social molti utenti si sono detti preoccupati per la sorte del medico che ha effettuato l’intervento su di lei. Tuttavia, c’è anche chi ha preferito scherzare commentando la foto della pornostar. Un account chiamato Dom Iman ha twittato: “Il viaggio delle pornostar verso l’Iran è uno dei vantaggi provenienti dall’accordo sul nucleare Iran e Occidente”. Dal canto suo Candy ha fatto capire che sarebbe pronta a tornare Iran senza problemi: “Ho amato così tanto quella gente che è un peccato aver suscitato un effetto così negativo su di loro”.