Sono gli atleti che si trovano nella terra di mezzo tra i grandi attesi e quelli a cui è impossibile chiedere niente più di un buon piazzamento. Speranze azzurre sono anche Stefanie Horn (canoa slalom), Riccardo De Luca (pentathlon), Emanuele Gaudiano (equitazione) e la coppia Lupo-Nicolai (beach volley)
Sono quei risultati che cambiano la lettura delle Olimpiadi. Possono portarla a diventare un’edizione da ricordare oppure farla cadere nel dimenticatoio. Se i podi attesi non verranno smentiti, i loro risultati saranno lo spartiacque della spedizione italiana in Brasile. Da venticinque possono far lievitare il conteggio a trenta, o forse più, medaglie. Nella terra di mezzo tra i grandi attesi e gli atleti a cui è impossibile chiedere niente più di un buon piazzamento, ci sono loro: gli outsider. Contano sulla poca pressione, sulle défaillance dei big e sul proprio stato di forma. Ma non solo. Un nome per tutti, Francesco Marrai. Velista livornese, classe ’93, gareggerà nella classe Laser Standard, la più competitiva. Nei grandi appuntamenti internazionali non vanta risultati di spicco, però adora il bacino nel quale si terrà la regata olimpica. Mica a parole, come spesso accade alla vigilia. Quando si è tenuto il test event lo scorso anno, presenti tutti i migliori della disciplina, nessuno ha fatto meglio di lui. Ecco quindi che varrà la pena seguire la sua avventura brasiliana.
Altro sport, altro giovane da tenere d’occhio. Elios Manzi ha solo 21 anni ma nell’ultima stagione ha inanellato una serie di successi inattesi confermando la sua crescita culminata con il bronzo europeo. Sarà impegnato nel judo, dove sperano di sorprendere anche Fabio Basile e Matteo Marconcini. Stesso discorso per Stefanie Horn, già argento europeo nella canoa slalom: la 25enne italo-tedesca ha spesso dimostrato enormi potenzialità fermandosi sul più bello. Grandi prime discese, seguite però da errori grossolani durante le finali. Se dovesse riuscire a mantenere alta la concentrazione, può regalare soddisfazioni. Come Riccardo De Luca nel pentathlon. L’atleta romano, un oro e bronzo mondiale, ha una gara spartiacque, quella di scherma: se regge, la zona medaglie non sarà un miraggio. Nutrono identiche ambizioni anche Emanuele Gaudiano nell’equitazione e la squadra femminile di tiro con l’arco, rincuorata dal terzo posto in Coppa del Mondo ad Antalya. In un altro tiro, quello a segno, vanno tenuti d’occhio Marco De Nicolo, Giuseppe Giordano e Riccardo Malletti che potrebbero rimpolpare il bottino che dovrebbe contare sugli assoli di Campriani e Zublasing.
C’è poi la pallavolo femminile, sospesa tra un buon risultato e la qualificazione alla semifinale che vorrebbe dire lottare per il podio. Sarebbe la prima volta per le azzurre. Così come cerca un risultato storico, sempre sotto rete ma nel beach, la coppia Lupo-Nicolai. A Londra 2012 si fermarono ai quarti, con quattro anni in più di partite giocate fianco a fianco possono aspirare al podio anche se la concorrenza è agguerrita. Mai quanto quella che la ginnastica artistica italiana dovrà superare per guadagnarsi il podio nel concorso a squadre. Ferrari, Ferlito e le altre presentano un programma ad alto coefficiente di difficoltà per provare a stupire la giuria. Dovranno non sbagliare nulla e incrociare le dita quando toccherà a Gran Bretagna, Cina e Russia che – assieme al Brasile – sono le più quotate per il podio. Qualche chance di exploit nel canotaggio con il quattro senza senior maschile (Lodo, Montrone, Vicino, Di Costanzo) e il doppio pesi leggeri maschile, composto da Miani e Micheletti. I due giovani azzurri hanno recentemente conquistato il bronzo in Coppa del Mondo a Poznan. Quota 30 medaglie è anche nelle loro loro braccia.