In queste ore siamo stati informati che gli Usa hanno, per l’ennesima volta, attaccato un Paese distante migliaia di chilometri. Il mainstream mediatico, ovviamente, ci ha tranquillizzato precisando che sarebbe stato il primo ministro libico Fayez al-Serraj a chiedere agli Stati Uniti di bombardare Sirte. La pletora di giornalisti e intellettuali nostrani però dimentica di dire che Serraj è soltanto l’ultima creatura dell’occidente avido di petrolio.
Non viene detto che Gheddafi fu presumibilmente eliminato dalla Nato (per maggiore approfondimento sulla Nato invito a seguire questo video) perché, sempre con maggiore insistenza, stava lavorando per creare in Africa una moneta (il Dinar) che non sarebbe stata legata al dollaro ma all’oro. Gli Usa non avrebbero mai permesso che venisse usata altra valuta rispetto al dollaro per la vendita di petrolio. Anche Gheddafi subì la medesima sorte di Saddam che, qualche anno prima, aveva deciso di vendere petrolio non più in dollari ma in euro.
Nessuno ci dirà mai quanti morti civili, quante vittime innocenti ci sono state in queste ore. Del resto non sono morti occidentali. Questi non ascoltavano musica, non avevano sentimenti, non avevano progetti, non avevano sogni. Agli italiani (ma non solo) viene raccontato che l’ultima guerra del premio Nobel per la pace Obama è indispensabile per sconfiggere i diavoli dell’Isis. Cioè quei radicali musulmani e contractors (mercenari) finanziati, armati e addestrati a partire dagli anni ’80 in Afghanistan e poi dal 2013 in Siria dalla Cia.
Ma era stato celato un altro episodio raccapricciante che Enrico Piovesana su Il Fatto Quotidiano di oggi ci svela. Il primo agosto dalla base di Sigonella è decollato un drone Usa che ha bombardato Sirte. Eppure, il giorno dopo il ministro Gentiloni aveva dichiarato: “Se ci saranno richieste per l’uso di Sigonella le valuteremo e se prenderemo delle decisioni ne informeremo il Parlamento”. Ora sarebbe da capire se Gentiloni mente o non ne sapeva davvero nulla. In entrambi i casi credo ci siano le condizioni per chiederne le immediate dimissioni per malafede o per totale mancanza di controllo della situazione.
Questa nuova escalation libica potrebbe davvero mettere in pericolo il nostro Paese. Finora siamo stati immuni da attacchi di terroristi o di squilibrati che usano come pretesto la jihad per salire sul palcoscenico mediatico. Non credo che la nostra immunità sia stata merito di Angelino Alfano. In quest’ultimo assalto alla Libia l’Italia non era stata coinvolta militarmente nei raid, neppure logisticamente vi era stato un nostro contributo.
Ora, il nostro apporto è diretto e sempre più caccia potrebbero partire da Aviano o da Sigonella. Alla colonia Italia, per non perdere la sua fettina di torta libica, è stato imposto un diretto intervento. Lo potremmo pagare caro. In questo momento storico di totale anomia, la bellicosità da parte del governo italiano (in violazione dell’articolo 11 della Costituzione) potrebbe rendere il nostro Paese vittima di attentati. A pagarne le spese sarebbero i cittadini, non di certo i componenti di questo governo senza alcuna legittimità diretta da parte del popolo.
I terroristi, o gli squilibrati che ne vogliono seguire le gesta, non hanno l’intelligenza per distinguere tra popolo ed élite. Forse nelle menti dei jihadisti, c’è l’errata consapevolezza che le nostre siano davvero delle democrazie, cioè che a decidere siano i popoli. La realtà è che le nostre tanto autoproclamate democrazie occidentali in realtà sono delle oligarchie. Non è permesso ai cittadini mutare strutturalmente la nostra società devota al dogma mercantile.
I popoli non sono direttamente responsabili, ma ora è indispensabile un virgulto di dignità e consapevolezza. I troppi italiani che in maniera patetica trascorrono ore a cacciare Pokémon sappiano che siamo in guerra e che decisioni importanti, anche in maniera occulta, sono state prese e potrebbero far sprofondare il nostro Paese nel terrore. Occorre vigilare, essere cittadini sovrani e non sagome spostate a piacimento. Il tempo del lamento dopo il sopraggiungere di eventi nefasti, deve terminare. Dopo 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale il nostro territorio non deve essere più una portaerei dell’impero Usa.
Va rispettata la nostra Costituzione e la nostra dignità di Paese sovrano. Quest’estate serve uno sforzo di consapevolezza ricordando sempre la frase di Tiziano Terzani: “Il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi ma eliminando le ragioni che li rendono tali”.