Occorre informarsi, per capire ciò che sta avvenendo. È bene sforzarsi di capire, per non essere manipolati dai sacerdoti del politicamente corretto e del pensiero unico legittimante il nuovo ordine mondiale classista monopolare. Bisogna, ancora, diffidare sempre della versione ufficiale, vuoi per corroborarla criticamente, vuoi per opporre a essa un’altra versione, corrispondente al vero.
E, allora, proviamo a ragionare anche solo per cenni su quanto sta accadendo in questi primi giorni di agosto. L’Italia – è bene saperlo – sta mettendo al servizio della Nato e della monarchia del dollaro la base di Sigonella in Sicilia per bombardare imperialisticamente la Libia. Sigonella è un luogo significativo per la nostra storia. Non soltanto perché è una delle oltre cento basi militari americane che costellano ancora oggi il nostro territorio nazionale, a settant’anni dalla fine dei nazifascismi e a quasi trent’anni dalla caduta del muro di Berlino: chi è così ingenuo da pensare che possa esservi democrazia, id est libera e sovrana decisione popolare sulle sorti del Paese, ove il territorio nazionale sia occupato da basi militari di una potenza straniera?
Sigonella è, poi, degna di essere ricordata anche per un’altra ragione, non meno significativa della prima: per quella che è passata alla storia come “la crisi di Sigonella”, il caso diplomatico avvenuto in Italia nell’ottobre 1985, allorché, per la prima volta dopo il 1945, gli italiani e gli americani si videro contrapposti frontalmente.
Fu, probabilmente, l’ultimo momento di orgoglio nazionale, dovuto al governo di Craxi, certo corrottissimo, ma pur sempre meno indecoroso e osceno di quanto sarebbe venuto dopo (dal colpo di stato giudiziario di “mani pulite” del 1992 al colpo di stato finanziario del “governo tecnico” di Monti nel 2011): per l’ultima volta l’Italia ebbe il coraggio di dire di no, di non prestarsi servilmente ad appoggiare i crimini a stelle e strisce.
Dopo quella data, in pressoché tutti i crimini Usa v’è anche l’Italia, dalla Serbia del 1999 (D’Alema) alla Libia del 2011 (Berlusconi). Crimini ovviamente sempre legittimati come “esportazioni della democrazia”, “interventismi umanitari”, “missioni di pace”, e così via. Di menzogna in menzogna, di atrocità in atrocità.
Due considerazioni telegrafiche:
1) Dal terrorismo scaturiscono risposte terroristiche al terrorismo (ideologicamente fatte passare per legittime). L’imperialismo cessa di pensarsi come tale e viene santificato come “guerra preventiva”, come “bombardamento etico”, come “missione di pace”, e così via. Che poi a essere bombardati e massacrati siano donne, bambini e civili poco conta per la coscienza occidentale che ha scelto la via della “giustizia infinita” (Bush).
2) Finora l’Italia non ha subito attentati. Ma se si schiera con chi bombarda la Libia cosa ne seguirà? Siamo sicuri che con tale mossa non finisca anche l’Italia nel mirino? Dicono che vogliono combattere il terrorismo: la verità è che, così facendo, lo favoriscono.