Via libera con lo scrutinio segreto - il Pd aveva chiesto il voto palese - alla richiesta di custodia cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria, dopo che il presidente Pietro Grasso aveva deciso di invertire l'ordine del giorno, dando priorità alla relazione della Giunta delle Immunità. Proteste di Gal e Forza Italia. Il verdiniano Barani evoca il fascismo: "Le intacca la democrazia, io minacciato come Matteotti"
L’Aula di Palazzo Madama ha detto sì all’arresto di Antonio Caridi, il senatore di Gal accusato dalla Dda di Reggio Calabria di essere ai vertici della presunta Cupola che governa la ‘ndrangheta. Con 154 voti favorevoli, 110 contrari e 12 astenuti, dunque il Senato ha confermato la proposta avanzata mercoledì 3 agosto dalla Giunta per le Immunità. La votazione è avvenuta con scrutinio segreto, come richiesto dai senatori di Gal, nonostante il Pd avesse poi proposto il voto palese. Poche ore prima del voto, fonti parlamentari facevano notare come il gruppo dem, quello del Movimento 5 Stelle, i senatori di Sinistra Italiana e gli ex M5S garantissero la presenza di 155 senatori: all’appello dunque manca soltanto un voto. E pochi minuti dopo il via libera all’arresto, alcuni senatori del gruppo Gal riferiscono che il politico calabrese si sia andato a costituire al carcere Rebibbia di Roma.
Nonostante l’esito della votazione, però, quella andata in onda a Palazzo Madama è stata tutt’altro che una seduta tranquilla. In mattinata, infatti, il presidente Pietro Grasso aveva disposto l’inversione dell’ordine del giorno dei lavori di giovedì che era stata chiesta mercoledì sera dal Movimento 5 Stelle.
Una scelta, quella di Grasso, che aveva causato l’imbarazzo del Partito Democratico, attirando sullo stesso presidente del Senato le ire di tutto il centrodestra. L’Aula infatti ha affrontato prima la relazione con cui la Giunta delle Immunità ha dato il suo via libera all’arresto del senatore di Caridi, e solo dopo ha ripreso a votare articoli ed emendamenti del ddl di riforma dell’editoria. È per questo motivo che Forza Italia, Gal e verdiniani hanno ingaggiato con il presidente un braccio di ferro fatto di attacchi alla magistratura e allo stesso Grasso. E ad un certo punto si temeva fosse a rischio anche il numero legale.
Grasso ha spiegato di ritenere che “l’esame di un documento il cui esito potrebbe incidere sia sulla libertà personale di un senatore sia sulla stessa composizione della nostra Assemblea” debba “avere la priorità sugli altri”. Per questo ha disposto l’inversione “ai sensi dell’articolo 56 comma 3 del Regolamento”.
Attacchi a Grasso e alle toghe – “La decisione di Grasso testimonia lo scollamento del presidente rispetto all’aula del Senato”, ha attaccato la senatrice di Forza Italia Maria Rizzotti, mentre Riccardo Mazzoni ha addirittura sottolineato che “ancora una volta rischiamo un conflitto tra i poteri dello Stato. Se da un lato la politica non deve intervenire nei processi, dall’altro è nostro dovere difendere l’autonomia del Parlamento, perché non siamo i passacarte delle Procure“.
Poi, il vicepresidente vicario di Ala ha aggiunto che “la giustizia sommaria non è mai giustizia vera: anche in quest’Aula, purtroppo, è arrivata l’onda lunga del giustizialismo sulla scorta del populismo antisistemico e sulla spinta dell’antipolitica”. Ha attaccato i magistrati anche il forzista Giacomo Caliendo, secondo il quale votare sì alla richiesta d’arresto per Caridi equivale a confermare che “qualsiasi atto della magistratura non può essere discusso e siamo ormai solo dei passacarte della procura”. Per Carlo Giovanardi, invece, “quello che è capitato a Caridi può capitare a chiunque, perché sono inchieste costruite sul nulla”, mentre il senatore Gabriele Albertini ha annunciato il voto contrario di Area Popolare, il gruppo che a Palazzo Madama riunisce il Nuovo Centrodestra e l’Udc. “Oggi – ha detto – ci accingiamo a fare da passacarte della procura di Reggio Calabria, voi dovete votare a favore della libertà del senatore Caridi”.
Barani si paragona a Matteotti – C’è però chi è andato anche oltre, come il verdiniano Lucio Barani, che è arrivato addirittura ad evocare lo spettro del fascismo. “Lei qui sta intaccando la democrazia! – ha detto il capogruppo di Ala, visibilmente irato, riferito a Grasso- anche Matteotti venne ucciso, vorrà dire che verrò ucciso anche io per aver parlato… visto che lei mi sta minacciando… Ma lei non mi fa paura!”. Il presidente del Senato, interdetto per la violenza delle accuse, ribatte: “Non la sto assolutamente minacciando, ma che sta dicendo? Non si permetta”.
Contro le toghe anche l’intervento dell’ex pentastellata Serenella Fucksia, ora nel gruppo Misto: “Questa richiesta d’arresto non ha motivo di essere perché i fatti risalgono a 15 anni fa, non ha motivo di essere perché non vedo il pericolo di fuga del senatore, non ha motivo perché in nome dell’antimafia si esercita una sorta di terrorismo”.
Pd: “Grasso ha preso decisione senza avvertirci” – Nel frattempo il Partito Democratico si era ritrovato in una situazione d’imbarazzo: Grasso “ha preso la decisione in totale autonomia e senza avvertirci“, tenevano a specificare alcuni senatori dem, sottolineando di essere in “grave imbarazzo“. Sentimento questo che si evinceva anche dall’intervento del capogruppo Luigi Zanda, che ha spiegato in Aula come non sia stato per nulla informato della cosa, sottolineando più volte come si tratti “di una decisione presa dal presidente” di Palazzo Madama. I Dem hanno dunque convocato un ufficio di presidenza per insistere con i senatori sull’importanza di restare in Aula e votare. Poi, lo stesso Zanda ha chiesto di “votare in modo palese”: richiesta che non è stata accordata da Grasso, dato che nel frattempo i senatori di Gal avevano depositato un’istanza per ottenere lo scrutinio segreto.
L’autodifesa di Caridi – La discussione è entrata nel vivo quando Caridi ha preso parola in Aula: “Quella contro di me è “un’accusa sconvolgente e ingiusta – ha detto il senatore – io sono innocente e non ho mai svenduto il mio ruolo di parlamentare”, “né ho mai stipulato patti con la criminalità organizzata”. “Sarei nel cuore dell’organizzazione mafiosa – ha proseguito l’esponente di Gal – ma il Gip ha escluso l’aggravante del 416 bis. Com’è possibile tutto questo? Chi ha parlato di membri ‘riservati'” della ‘Ndrangheta “non ha mai fatto il mio nome” e “nemmeno uno dei cosiddetti pentiti ha fatto riferimento alla mia persona”, ha aggiunto, specificando: “Mi difenderò con tutte le mie forze nel processo da accuse per sentito dire”.
Malan: “Quindi la ‘ndrangheta salvò il governo Renzi?” – Infuocato anche l’intervento di Lucio Malan di Forza Italia. “Nelle carte – ha detto – c’è scritto che il senatore Caridi agisce in Senato sulla base delle indicazioni dell’organizzazione di cui farebbe parte. Io ricordo che il 14 ottobre 2014 il voto del senatore Caridi fu determinante per il futuro del governo: si è espresso infatti a favore un provvedimento importantissimo, indispensabile all’azione del governo Renzi. Un provvedimento che passò con 161 voti quando il minimo era 161 e che consentiva al governo di scostarsi dai vincoli di bilancio prevista dalla Costituzione e dai vincoli europei: diceva quel documento che in mancanza di approvazione sarebbe stata necessaria una manovra da 14 e i 35 miliardi di euro. Tutti concordavano che se quel documento non fosse passato il governo Renzi avrebbe dovuto dimettersi”.
Quindi ecco la paradossale provocazione: “Ebbene, se è vero che il senatore Caridi prende ordini della’ndrangheta e allora vuol dire che la ‘ndrangheta ha deciso che il governo Renzi doveva restare perché in caso contrario aveva tutti gli strumenti per farlo cadere. Io non credo a quest’accusa, anche se sono all’opposizione di questo governo, ma lo credono i giudici e anche chi vota a favore di questa richiesta d’arresto . Questo è quello che dirà il Senato se dovesse votare a favore di questa richiesta d’arresto: che la ‘ndrangheta sostenne il governo Renzi“. Dopodiché Palazzo Madama si è espresso in maniera netta.
ORA PER ORA
Ore 16, 38 – Caridi si sta costituendo – Antonio Caridi si sta costituendo presso il carcere di Rebibbia a Roma. Lo confermano alcuni parlamentari di Gal, dopo il voto dell’aula del Senato che ha dato l’ok all’arresto per il senatore, accusato di essere al vertice di una cupola segreta della ‘Ndrangheta.
Ore 16.25 – “Caridi si costituirà” – “Ovviamente ci consegneremo noi”. Lo ha detto l’avvocato Valerio Spigarelli, legale del senatore Antonio Stefano Caridi, subito dopo il voto dell’aula del Senato.
Ore 16.23 – Senato vota sì all’arresto – L’Aula del Senato ha accolto con 154 si, 110 no e 12 astenuti la proposta della Giunta per le Immunità di dire sì all’arresto del senatore di Gal Antonio Stefano Caridi. La votazione è avvenuta con voto segreto, come richiesto dai senatori di Gal, nonostante il Pd avesse proposto il voto palese. (
Ore 15.35 – Grasso: “Se non viene ritirata la richiesta di voto segreto, l’Aula non può esprimersi in modo palese”
Il presidente del Senato ha risposto così alla richiesta dei democratici.
Ore 15.30 – Capogruppo Pd Zanda: “Sarebbe serio che l’Aula votasse in modo palese”
Il capogruppo dem Zanda ha espresso la posizione del partito sull’arresto di Caridi: “Noi dobbiamo solo valutare se ci sia o meno persecuzione nei confronti di un parlamentare. Non decidiamo noi se è colpevole oppure no. Agli inizi degli anni ’90 il Parlamento fece un abbondante uso politico dell’immunità parlamentare e fu così che l’immunità divenne insopportabile per l’intera opinione pubblica italiana. Io credevo e credo tutt’ora all’immunità parlamentare come presidio della democrazia e per questo dobbiamo essere rigorosi nell’applicazione di questa misura. Tutti i gruppi in quest’Aula hanno espresso ampiamente come voteranno, ciò considerato sarebbe molto serio se decidessimo tutti insieme di votare in modo palese. Il voto segreto negli ultimi anni è stato usato per mettere in atto manovre nel segreto dell’urna”.
Ore 15,18 – Pd chiederà voto palese – Il Pd, a quanto si apprende, chiederà che sull’autorizzazione alla richiesta di arresto del senatore Antonio Stefano Caridi l’Aula del Senato si esprima a voto palese. La richieste, si apprende ancora, sarà inoltrata dal capogruppo Luigi Zanda in sede si dichiarazioni di voto.
Ore 15.10 – Ap voterà contro arresto – “Il Parlamento non è un passacarte della procura di Trani, Matteo Renzi, 31 luglio 2015”. Comincia così, con una citazione delle parole del presidente del Consiglio in merito al voto contrario del Senato alla richiesta di arresto di Antonio Azzollini, l’intervento di Aula del senatore centrista Gabriele Albertini che annuncia: “Ap voterà contro l’arresto di del senatore Caridi. Oggi ci accingiamo a fare da passacarte della procura di Reggio Calabria, voi dovete votare a favore della libertà del senatore Caridi”.
Ore 15 Cucca (Pd): “Nessun fumus persecutionis” – “Oggettivamente, sia in Giunta ieri che oggi qui nell’Aula del Senato, non abbiamo riscontrato fumus persecutionis nell’attività del magistrato che ha indagato su Caridi. E ci sono diversi argomenti che supportano questa opinione. A iniziare dal fatto – spiega Cucca – che ci sono altri indagati in carcere e che negli atti che ieri abbiamo visto ci sono parole concrete e precise che vengono dette. Ma soprattutto, l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice è fondata su una molteplicità di argomenti a carico degli indagati. E’ un testo particolarmente corposo su una vicenda particolarmente complessa. Lo ripeto ancora una volta perché questo è un tema centrale: non abbiamo la facoltà di giudicare nel merito ma solo quella di accertare che l’attività giudiziaria si sia svolta in modo legittimo e senza influenze esterne”, lo ha detto il senatore del Pd Giuseppe Luigi Cucca, capogruppo in Giunta delle Immunità, intervenendo in Aula sul caso Caridi.
Ore 14. 30 “Chiesto voto segreto” – Scrutinio segreto sul voto circa la richiesta di arresto di Antonio Stefano Caridi (Gal). Lo ha annunciato in aula il presidente Grasso, spiegando “che è pervenuta alla presidenza la richiesta di voto segreto”, come da regolamento di palazzo Madama. L’assemblea ha iniziato ora le dichiarazioni di voto.
Ore 14.15 – Mazzoni: “Giustizia sommaria non è mai vera” – “Ancora una volta – ha detto Riccardo Mazzoni, vicepresidente di Ala – rischiamo un conflitto tra i poteri dello Stato. Se da un lato la politica non deve intervenire nei processi, dall’altro è nostro dovere difendere l’autonomia del Parlamento, perché non siamo i passacarte delle Procure. Dalla lettura degli atti non mi pare di evincere una valenza probatoria tale da giustificare la richiesta d’arresto. Purtroppo però, anche in quest’Aula è arrivata l’onda lunga del giustizialismo sulla scorta del populismo antisistemico e sulla spinta dell’antipolitica. Ma la giustizia sommaria non è mai giustizia vera e troppo spesso accade che superata l’emergenza emotiva, nei vari gradi di giudizio quest’emozione risulta rarefatta e gli esiti dei processi cambiano”.
Ore 14 Fi: “Decisione Grasso è scollata dall’aula” – “La decisione di Grasso testimonia lo scollamento del presidente rispetto all’aula del Senato”, è l’attacco della senatrice di Forza Italia Maria Rizzotti
Ore 13 e 40 Grasso al M5s: “No riprese video” – Il presidente Grasso, rivolgendosi ai banchi del Movimento 5 Stelle, ha chiesto di non girare immagini e “non fare gesti di manette o altro genere”. Dai banchi del Pd si sono alzati quindi cori “Vergogna. Vergognatevi”, con il senatore pentastellato Alberto Airola che ha ribattutto: “Sta parlando di mafia e vi preoccupate di una ripresa!”. Il botta e risposta prosegue con Patrizia Bisinella (Fare!) che accusa Vincenzo Santangelo (M5S) di proseguire con le riprese. Grasso interviene ancora è ricorda: “La seduta è pubblica, è trasmessa in streaming e tutti la possono vedere”, pertanto “richiamo i colleghi all’ordine. Appena colgo un’altra persona che fa riprese, non c’è neanche bisogno che intervenga: si può accomodare direttamente fuori dall’Assemblea e viene espulso”.
Ore 13 – Giovanardi: “Cose così possono capitare a tutti” – Un messaggio rilanciato poco dopo da Carlo Giovanardi, secondo il quale “quello che è capitato a Caridi può capitare a chiunque, perché sono inchieste costruite sul nulla. E dobbiamo ricordare che il voto del senatore avrebbe potuto cambiare la storia di questo Paese e di questo governo”.
Ore 13.10 – Malan (FI) – “La ‘ndrangheta salvò dunque Renzi?” – Poi ecco la provocazione: “Ebbene, se è vero che il senatore Caridi prende ordini della’Ndrangheta e allora vuol dire che la ‘ndrangheta ha deciso che il governo Renzi doveva restare perché in caso contrario aveva gli strumenti per farlo cadere. Io non credo a quest’accusa, anche se sono all’opposizione di questo governo, ma lo credono i giudici e anche chi vota a favore di questa richiesta d’arresto sì. Questo è quello che dirà il Senato se dovesse votare a favore di questa richiesta d’arresto: che la ‘ndrangheta sostiene il governo Renzi”. Un messaggio rilanciato poco dopo da Carlo Giovanardi, secondo il quale “quello che è capitato a Caridi può capitare a chiunque, perché sono inchieste costruite sul nulla. E dobbiamo ricordare che il voto del senatore avrebbe potuto cambiare la storia di questo Paese e di questo governo”.
Ore 12. 50 Malan(FI): -“Voto di Caridi salvò il governo Renzi” – Messaggio di Malan al governo: “Nelle carte – ha detto – c’è scritto che il senatore Caridi agisce in Senato sulla base delle indicazioni dell’organizzazione di cui farebbe parte. Io ricordo che il 14 ottobre 2014 il voto del senatore Caridi fu determinante per il futuro del governo: si è espresso infatti a favore un provvedimento importantissimo, indispensabile all’azione del governo Renzi. Un provvedimento che passò con 161 voti quando il minimo era 161 e che consentiva al governo di scostarsi dai vincoli di bilancio prevista dalla Costituzione e dai vincoli europei: diceva quel documento che in mancanza di approvazione sarebbe stata necessaria una manovra da 14 e i 35 miliardi di euro. Tutti concordavano che se quel documento non fosse passato il governo Renzi avrebbe dovuto dimettersi”.