Gli Stati Uniti hanno deciso di rivedere la propria decisione sullo stop ai finanziamenti pubblici alle ricerche sugli embrioni chimera, cioè gli embrioni di mammiferi ai quali viene aggiunto Dna umano, al fine di riprodurre in provetta modelli di malattie umane per poi studiarle e sperimentare i farmaci per contrastarle.
I National Institutes of Health (Nih) hanno annunciato – come riporta l’Ansa – che per i prossimi mesi sarà possibile accedere ai fondi destinati a questi esperimenti, a condizione che ci siano ulteriori controlli etici. La moratoria, che bloccava i finanziamenti pubblici, era stata decisa lo scorso settembre ed era stata molto criticata dai ricercatori dell’università di Stanford, in California, i quali sulla rivista Science avevano denunciato il rischio che anche la ricerca sulle cellule staminali e la medicina rigenerativa avrebbero rallentato i propri progressi a causa di questo stop.
Gli esperimenti chimera hanno un enorme potenziale nel campo della genetica: infatti grazie ad essi è possibile salvare le specie in via d’estinzione (nel 2000 ci fu il primo caso, fu salvata la specie del gaur, un bovide indiano). Inoltre sarebbe possibile usare ovuli di specie diverse per risolvere il problema della disponibilità degli ovuli umani. Dopo la pubblicazione dell’articolo sulla rivista Science, è arrivata la proposta di sostituire la moratoria con un nuovo processo regolatorio e di introdurre maggiori controlli su alcuni tipi di esperimenti sulle chimere. Un gruppo di scienziati bioeticisti ed esperti sul benessere animale, formerà un comitato interno all’Nih, con l’obiettivo di comprendere gli effetti che possono avere le cellule umane impiegate, sul comportamento e l’aspetto degli animali. Le conclusioni tratte dal comitato, che verranno raccolte fino al 4 novembre, aiuteranno a decidere se continuare i finanziamenti al progetto. La nuova politica, e la conseguente abolizione della moratoria, sarà resa nota per gennaio 2017. L’annuncio è stato ben accolto dalla comunità scientifica, ma molti hanno sollevato le proprie perplessità a riguardo.
Nel 2003, la Cina, aveva condotto i primi due esperimenti con chimere umane: in un caso cellule umane sono state trasferite in un ovuli di mucca, nell’altro in ovuli di coniglio. In entrambi i casi si sono formati degli embrioni, che sono stati bloccati all’inizio dello sviluppo.