Ogni quattro anni è l’ancora di salvezza di ogni spedizione azzurra, il bacino di medaglie preziose, il momento dell’orgoglio italiano nel mondo. E sarà così anche ai Giochi di Rio de Janeiro 2016: la scherma era e resta lo sport olimpico più importante per l’Italia. L’unica disciplina in cui gli azzurri guidano il medagliere assoluto, e chiudono ogni edizione davanti a tutti. Ma stavolta il bottino di podi potrebbe essere più striminzito: vuoi per un calendario sfavorevole, per qualche infortunio o qualificazione mancata, non sarà facile trovare le stesse vittorie del passato. Il Coni di Giovani Malagò stavolta guarderà alle gare in pedana con più trepidazione del solito.
ROTAZIONE SFORTUNATA: NIENTE “DREAM TEAM” – Il grande rimpianto è l’assenza della prova a squadre del fioretto femminile. La gara del Dream Team che fu di Valentina Vezzali, ed oggi è saldamente nelle mani di Arianna Errigo e Elisa Di Francisca, un oro praticamente sicuro: ma le prove a squadre ai Giochi sono solamente quattro, e stavolta nella rotazione olimpica tocca al fioretto femminile restar fuori. Insieme alla sciabola maschile di Aldo Montano, altro podio più che probabile. La spedizione azzurra, insomma, parte con un handicap di due medaglie. Se ci aggiungiamo che nella spada femminile non siamo neanche qualificati, e nella sciabola sarà difficile andare oltre i quarti di finale, il conto è presto fatto. Non resta che consolarsi con l’oro quasi certo della squadra di fioretto maschile, tutt’ora il miglior quartetto in circolazione nonostante qualche difficoltà individuale. Anche la spada maschile di Garozzo e Pizzo può andare a podio.
CERTEZZA FIORETTO – Con questa situazione a squadre, bisognerà capitalizzare al massimo il talento dei singoli. Ad esempio, per un bilancio finale positivo sarà fondamentale trovare due medaglie, di cui una possibilmente d’oro, nel fioretto femminile: a Londra il podio fu tutto italiano, oggi la Vezzali si è ritirata ma Elisa Di Francisca difende il titolo olimpico e Arianna Errigo è la vera favorita del tabellone. Con un sorteggio fortunato è lecito sognare un altro derby in finale. Più difficile per i fiorettisti (nell’ordine di possibilità Andrea Cassarà, Daniele Garozzo, Giorgio Avola). Possono farcela invece Rossella Fiamingo nella spada femminile e Enrico Garozzo in quella maschile. Sull’olimpionico Aldo Montano, agli ultimi Giochi della carriera a 37 anni, pesa l’incognita dell’operazione alla spalla da cui ha appena recuperato.
OBIETTIVO CINQUE MEDAGLIE – Insomma, a Rio la scherma potrebbe essere un po’ meno azzurra del solito. L’Italia guida la classifica all-time dei Giochi, con 121 medaglie (davanti alla Francia a 115, staccatissime tutte le altre). Nelle ultime cinque edizioni ha sempre vinto il medagliere, centrando con costanza sette podi, con la sola eccezione di Sidney 2000, dove furono solo cinque. Una cifra al ribasso, che sembra rappresentare anche l’obiettivo massimo per Rio de Janeiro: due ori dal fioretto, due podi dalla spada, sperando in qualche altra sorpresa o exploit inatteso. Alla fine le medaglie potrebbero essere anche 6-7, e sarebbe l’ennesimo trionfo. Oppure 3-4, un tonfo senza precedenti che avrebbe ripercussioni non tanto sulla scuola di scherma italiana (viva e vegeta, nonostante congiunture poco favorevoli), quanto sul bilancio complessivo della spedizione azzurra. Per questo sugli atleti in pedana ci sarà più pressione del solito. “Ci dicono tutti che dobbiamo salvare la baracca, ma diventa un po’ pesante così. Ogni tanto dovrebbero pensarci anche gli altri…”, sussurrano in Federazione. Ma anche a Rio de Janeiro l’Italia si aggrapperà alla scherma. Sperando di non affondare.