Il Ddl Taverna (S. 998) sullo screening neonatale è legge, l’approvazione definitiva è arrivata ieri con il voto in terza lettura al Senato. Capite bene che trattasi di episodio imbarazzante per i cultori di uno dei luoghi comuni fondamentali sui pentastellati, quello che recita: “M5S è solo protesta senza proposta”. Ma niente paura, per rimediare al fattaccio è bastato ricorrere a uno dei dogmi fondamentali della disinformazione, quello che recita: “Molti lettori si fermano al titolo. Il titolo è più importante del testo dell’articolo”.
E così i titoli sul Ddl Taverna sono stati i seguenti:
Il Sole 24 Ore: “I malati rari: «Legge su screening neonatali grande conquista. Ora accelerare su attuazione e corretto uso dei fondi»” (Dichiarazione di Ilaria Ciancaleoni Bartoli, direttore Osservatorio Malattie rare); “Malattie ereditarie, ampliato lo screening neonatale”
La Repubblica: “Malattie rare, approvata la legge che estende gli screening neonatali”
Corriere della Sera: “Lo screening neonatale «allargato» si farà in tutte le regioni italiane”
Adnkronos: “Diventa obbligatorio lo screening neonatale per le malattie metaboliche”
Ansa: “Ok legge che estende screening neonatale a 40 malattie rare”
Askanews: “Screening neonatali, Lorenzin: legge giusta che ho sostenuto”
Panorama: “Sanità: screening neonatali malattie metaboliche diventano obbligatori” (Qui addirittura M5S e Paola Taverna non vengono nominati nemmeno nell’articolo)
C’è poi una carrellata di titoli Agenparl in cui politici di ogni colore si vantano e si compiacciono, ma andare avanti con l’elenco sarebbe superfluo, l’antifona l’avete capita: il tabù sulle parole innominabili nei titoli (“M5S” e “Paola Taverna”) è stato inviolabile.
L’unica eccezione di rilievo è Fanpage (“Screening neonatale obbligatorio, è la prima proposta targata M5S che diventa legge”), ma loro le simpatie della maggioranza se le erano già giocate con quel video impertinente sulle elezioni a Napoli.
Viene da chiedersi come titoleranno i giornali quando M5S vincerà le prossime elezioni politiche. Immaginiamo qualcosa del tipo “Parte nuovo governo senza ministri di centrosinistra e centrodestra” oppure “Il Pd non vince le elezioni, Renzi: una sconfitta giusta che ho sostenuto”.