Fabrizio Viola, amministratore delegato e direttore generale del Monte dei Paschi di Siena di cui il Tesoro è socio con il 4% e per il quale è appena stato varato un complesso e rischioso piano di salvataggiolo scorso anno ha intascato 1,9 milioni: 475mila di compensi fissi per la carica di ad, 1,3 per il ruolo dirigenziale, oltre 81mila euro per gli incarichi nelle partecipate. Più benefici non monetari (polizze assicurative, versamenti a fondi pensione complementari e fringe benefits) per un corrispettivo di quasi 37mila euro. Per la cronaca, 258mila euro Viola li ha devoluti al fondo di solidarietà creato dall’istituto per i dipendenti con “gravi e accertati bisogni familiari e personali”. Il presidente Massimo Tononi, che essendo subentrato al predecessore Alessandro Profumo a metà settembre 2015 ha dovuto accontentarsi di poco più di 154mila euro, ha invece già deciso di girare al fondo Mp Solidale tutti i 500mila euro lordi che riceverà per l’anno in corso. “Solo” 186mila euro per Profumo, che, forte dei quasi 40 milioni di liquidazione ottenuti da Unicredit nel 2010, aveva accettato di percepire un compenso quasi simbolico a confronto con le medie del settore. La banca, che nel 2015 ha rivisto l’utile (390 milioni) dopo cinque anni di perdite, sta intanto portando avanti un piano che prevede 8mila esuberi complessivi tra 2012 e 2018. Per raggiungere l’obiettivo ne mancano ancora di cui 2.500, ha spiegato Viola a maggio.

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