Una tornata di nomine nel bel mezzo della calda estate degli stress test bancari. Più la quarta riorganizzazione del lavoro dell’era Vegas prevista in autunno. Non c’è che dire, mentre i mercati tremano, la Consob viene presa da un inatteso fermento sul fronte poltrone interne. Anche a dispetto del fatto che il presidente Giuseppe Vegas si appresta ad entrare nel suo ultimo anno di mandato (il 2017). E non senza qualche opacità che poco s’addice allo stile di un’autorità di vigilanza. La delibera del 26 luglio scorso, che affida la responsabilità di sei uffici strategici della Commissione, spiega che i nuovi incarichi sono stati affidati “sulla base dei curricula” a dipendenti che “risultano in possesso della professionalità idonea alla copertura della posizione di responsabili”. Tuttavia, a ben guardare, non sempre c’è perfetta sintonia fra incarichi e curricula. Per non parlare del fatto che, come spiega la delibera, la selezione è stata effettuata sui cv. Senza quindi tener conto dell’intero panorama risorse umane della Consob. “Le nomine in questione intervengono su posizioni ricoperte in precedenza con incarichi ad interim, tenendo anche conto del principio della job rotation e dello sviluppo delle capacità manageriali” spiegano fonti ufficiali dell’autorità di vigilanza interpellate dal fattoquotidiano.it.

Tuttavia fonti ufficiose sostengono che l’affaire delle nomine è un piccolo pasticcio capace potenzialmente di far scattare ricorsi amministrativi. Non sarebbe la prima volta, del resto, che Vegas viene contestato per nomine e assunzioni disinvolte. In passato il caso più discusso fu quello della ex segretaria Francesca Amaturo diventata alto dirigente Consob senza concorso. Per non parlare dell’inchiesta della procura di Roma, per la quale a giugno il pm ha chiesto l’archiviazione,relativa all’assunzione per chiamata diretta dell’ex direttore generale Consob, Gaetano Caputi. E poi ancora delle polemiche seguite all’affidamento dell’ufficio attività parlamentare della Commissione all’ex ufficiale della Difesa, Gabriele Aulicino.

Tutte figure vicine a Vegas esattamente come lo è il giovane funzionario Mauro Bellofiore, che da tempo è a servizio dell’ufficio di presidenza e al quale la Commissione ha appena affidato il primo delicato incarico di responsabilità: l’ufficio analisi di impatto della regolamentazione. Alla Vigilanza emittenti è andata invece Silvana Anchino che ricopre una casella cui sembrava inizialmente destinato Gianluca Vittorioso, ex Mcc spa (Banca di Roma) con un solido background in analisi finanziaria e per quattro anni responsabile in Consob dell’autorizzazione di prospetti. Silvia Carbone torna capo all’ufficio Opa di cui ha fatto parte fra il 1993 e il 1998, mentre l’ufficio di consulenza e contenzioso intermediari e mercati è stato assegnato alla guida dall’avvocato Paolo Palmisano. Giulia Staderini, che ha una forte esperienza in Opa, è stata invece spostata da Vegas agli appalti diventando la responsabile dell’ufficio amministrazione e contratti. Infine Luciano Lucchesi è tornato alla responsabilità ufficio sviluppo e supporto applicazioni. Un lieto fine per il dirigente Consob che, dopo essere stato defenestrato da quella stessa poltrona, ha ingaggiato e vinto una serie di battaglie legali contro l’autorità.

Una lunga storia che porta in dote anche la parcella degli avvocati chiamati a difendere la Consob per le decisioni prese dai vertici della Commissione. E anche un caso che rievoca quello di Marcello Minenna, acerrimo oppositore di Vegas nel caso dei derivati UnipolSai e nel crac Etruria, oggi assessore al bilancio, alle partecipate e al patrimonio del Comune di Roma. Anche in quel caso, fra la Consob e Milenna si arrivò ai ferri corti in tribunale con un procedimento che risultò un buco nell’acqua servito solo a far lievitare lespese legali della Commissione.

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