Cronaca

Poligamia, Piccardo (Ucoii): “E’ un diritto civile”. Salvini: “Vai a casa tua”

Il fondatore dell'Unione comunità islamiche d’Italia su Facebook sostiene che la disponibilità ad avere più mogli può essere equiparata alle relazioni gay che - scrive - "non condivido, tuttavia sono lecite". Il leader della Lega: "Roba da matti". Santanchè: "L'Islam vuole le donne schiave"

Su Facebook posta una foto che ritrae il sindaco Giuseppe Sala a Palazzo Reale insieme ad una delle due coppie unite civilmente venerdì 5 agosto a Milano. Sopra, queste parole: “Se è solo una questione di diritti civili, ebbene la poligamia è un diritto civile”. A scriverle sul suo profilo è Hamza Roberto Piccardo, fondatore dell’Ucoii (Unione comunità islamiche d’Italia), che in alcune risposte agli utenti, amplia il suo punto di vista. “Noi chiediamo la poligamia secondo la Rivelazione e tradizione. Le forme diverse non ci riguardano”. E ancora: “Io e milioni di persone non condividiamo la relazione omosex e tuttavia essa è lecita e ne rispettiamo gli attori. I soggetti interessati sono comunque una minoranza, come lo sarebbero i poligami. L’intera società può accettarli tutti”.

Poi continua: “Non si sottovaluti l’azione demografica della poligamia che riequilibrerebbe in parte il calo e la conseguente necessità di mano d’opera straniera, con le reazioni che conosciamo”. E a mano a mano che i commenti degli utenti aumentano, il pensiero di Piccardo si fa sempre più chiaro: “Lo Stato dovrebbe regolamentare come per le altre Unioni, tutelando così i diritti di tutti gli interessati, figli compresi”. A un commentatore che si domandava se questa fosse “la priorità (…) con tutta la confusione che c’è in Italia su Islam, musulmani e terroristi, tra Isis e Islam, tra arabi e musulmani, tra profughi e terroristi”, Piccardo risponde negativamente, ma spiega che “è una questione di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Comunque i diritti sono tutti sullo stesso piano, poi ci possono essere strategie e tempi diversi per rivendicarli ed implementarli”. Infine a un altro utente che lo invita a non usare queste parole “sapendo che i nostri nemici aspettano proprio questo per scagliare le loro ire sul’Islam e su i musulmani”, il fondatore dell’Ucoii risponde: “Mi consigli il politically correct? Lo sono stato per 25 anni per rispetto di un ruolo, spesso con disagio e fatica. Ora cerco di essere Islamically correct“.

A insorgere contro le parole di Piccardo è il centrodestra, primo su tutti Matteo Salvini, segretario della Lega Nord. “Hamza Roberto Piccardo (Unione comunità islamiche italiane) scrive su Facebook che, dopo le unioni gay, il governo Renzi dovrebbe approvare la poligamia come un ‘diritto civile’. Ma torna a casa tua! Capito dove ci portano i ‘buonisti’? Roba da matti”. Sempre sul fronte Lega, Roberto Calderoli ritiene le dichiarazioni di Piccardo “inaccettabili” perché “rappresentano l’ennesima testimonianza della volontà di non integrazione con la nostra realtà da parte dell’Islam moderato, che non perde occasione per riproporre un istituto quale la poligamia che è la prova provata della minima considerazione in cui l’Islam tiene la donna”.

Per Daniela Santanché la proposta del fondatore Ucoii fa “capire che rispetto hanno (i musulmani, ndr) delle donne: nessuno. Scambiano l’amore con la proprietà. L’uomo viene concepito come un sovrano e le donne come delle schiave“. E ancora: “L’Islam – aggiunge – vorrebbe portarci a questo e noi ovviamente dobbiamo opporci in ogni modo a questo scenario. Davvero complimenti a chi continua a dire che non ci sono problemi con questa religione, è l’esatto contrario. Vogliono costringerci a credere in Maometto e nel Corano: se lo levino dalla testa. Povera Italia. Grazie a Renzi stiamo diventando servi dell’Islam“. Protesta anche Maria Stella Gelmini, vicacapogruppo di Forza Italia alla Camera: “Se la condanna al terrorismo integralista è sempre stata assai tiepida – con qualche gesto incoraggiante solo dopo l’orribile uccisione del sacerdote francese a Rouen – ora – dice – è arrivato il momento di dire basta ad ogni deriva oltranzista, sia essa violenta o ‘semplicemente’ integralista. Chi viene a vivere nel nostro Paese, per studiare o lavorare, deve accettare e rispettare regole e leggi. Costi quello che costi, ne va della nostra civiltà e del futuro del Paese. La tolleranza non può ignorare le nostre radici”.