Combattimenti violenti e notizie contrastanti. Ad Aleppo non si ferma la battaglia. I ribelli siriani hanno preso il controllo di un importante base militare a sud della città. A riferirlo è l’Osservatorio siriano per i diritti umani, citato da Al Arabiya, secondo cui la struttura in questione è un’importante accademia militare ed è dotata di un ingente quantitativo di armi e munizioni. L’esercito siriano, da parte sua, fa invece sapere di aver respinto l’attacco e di aver ucciso centinaia di insorti. La città è divisa in due dalla metà del 2012: le zone occidentali sono in mano alle forze del regime e quelle orientali sono la roccaforte dei ribelli.
La base si trova a circa 2 km dalla zona controllata dalle truppe governative. I ribelli, combattenti di Jaish al-Fath (l’Esercito della Conquista), stanno cercando di sfondare la striscia di territorio controllato dalle truppe governative per ricongiungersi alle loro forze che controllano la zona orientale di Aleppo, rompendo così l’assedio. Secondo l’Osservatorio, le formazioni ribelli e gruppi di fondamentalisti islamici loro alleati hanno preso il controllo di “vaste parti” della base, dove ha sede l’Accademia di artiglieria, ma i combattimenti proseguono, mentre l’aviazione siriana e russa appoggiano con i loro bombardamenti le forze lealiste. Da parte sua, la televisione di Damasco ha affermato che gli assalitori sono stati respinti.
Tra le fazioni che fanno parte di Jaish al-Fath vi sono Ahrar al-Sham e Jabhat Fatah Al-Sham (Il Fronte per la Conquista del Levante), nuovo nome di Jabhat al-Nusra, dopo l’annuncio dell’uscita del gruppo attivo in Siria dalla rete di al-Qaeda. Giovedì i ribelli hanno annunciato l’avvio di una nuova offensiva ad Aleppo contro le forze del regime, dopo quella scattata domenica scorsa. Alla battaglia partecipano, schierati con le truppe governative, i miliziani sciiti libanesi di Hezbollah. La base si trova nel sud-ovest di Aleppo e per i ribelli, trincerati nella parte est della città, la sua conquista significherebbe un passo importante per rompere l’assedio a cui sono sottoposti da diversi giorni.