Botta e risposta serrato con “misunderstanding” tra il deputato Pd, Andrea Romano, e il drammaturgo Moni Ovadia, nel corso di “In Onda Estate”, su La7. L’argomento di discussione è il referendum sulle riforme costituzionali, in merito alle quali il giudizio di Ovadia è tranchant: “Questa nuova Costituzione mi sembra tutta retorica e manipolazione mediatica, perché di questa riforma non sentiva il bisogno di nessuno, tanto che dai sondaggi risulta che solo il 4% degli italiani ne è interessato. Poi in un Paese che ha problemi devastanti come la corruzione, c’era bisogno di una cattiva riforma, cioè di una non-riforma e quindi una ‘deforma’? No. Tutto questo è melina per non affrontare i veri problemi”. Romano dissente e invita Ovadia a entrare nel merito delle sue critiche. L’attore menziona l’art.70 della Costituzione: “E’ un articolo di palmare chiarezza, semplicità, efficacia. L’avete trasformato in una cosa assolutamente incomprensibile e farraginosa, anche per i più esperti legulei. Ed è scorretto accusare di essere contrari al cambiamento tour court coloro che non vogliono uno specifico cambiamento. I sostenitori del NO al referendum sono contrari a questa particolare riforma, non a delle riforme efficaci”. Nasce poi un ‘qui pro quo’, quando Ovadia ironizza sulle parole del ministro Boschi e del premier Renzi (“Si attendeva questa riforma da 70 anni”): “Peccato che la riforma sia in vigore solo da 68 (anni, ndr)“. Romano fraintende: “Ma guardi che non è dal 1968 che si discute del cambiamento della Costituzione, bensì dal 1947“. Dopo svariati minuti in cui Ovadia spiega la sua critica, il travisamento viene chiarito. E l’attore non si esime dall’esprimere una stoccata ai ‘voltagabbana’ del Pd: “Saltare sul carro del vincitore è una passione di questo Paese. Sono pochi i fessi inossidabili come me che non sanno cosa significhi essere uno ‘yes-man’, stando sempre dalla ‘parte sbagliata’. Ma io sono molto fiero di essere così”