In passato ho già avuto modo di parlare degli spettacolare graffiti di Rio.
Rio de Janeiro, così come San Paolo e diverse altre città brasiliane sono sempre più come gallerie a cielo aperto. Rio de Janeiro è letteralmente tappezzata di graffiti di “grafiteros” di altissimo livello, tanto da meritare performance ed esposizioni anche in gallerie e musei negli Stati Uniti e in altre parti del mondo. I graffiti in Brasile da diversi anni sono perfettamente legali e addirittura a San Paolo i “grafiteros”, anziché essere ricercati dalla polizia e dover esprimere la propria arte di nascosto, lo sono dalle istituzioni e dalle imprese costruttrici per decorare interi grattacieli. Uno di questi è Eduardo Kobra, artista paulista di rilievo internazionale, che in occasione degli eventi olimpici è stato invitato a Rio per realizzare il più grande graffito del mondo. L’artista ha scelto come base per la sua opera gigantesca un muro della “Orla Conde”, nella zona del vecchio porto, di recente ristrutturata. Tutta l’area, che comprende anche il Museo del Futuro, la Pedra do Sal e i Docks ristrutturati per mostre ed eventi, diventerà uno dei punti focali per il turismo nella metropoli.
L’opera, intitolata “Etnias”, è un polittico diviso in cinque sezioni, una per continente. La sua idea è stata quella di parlare della mistura di razze tipica di Rio, ma legata anche all’incontro tra diversi popoli in occasione degli eventi olimpici. In un mondo dilaniato da conflitti e divisioni Kobra ha scelto di mostrare, con una grande opera, come fosse possibile pensare una situazione diversa, nella quale popoli, sguardi, Dna, bellezze diverse possano fondersi in una visione armonica.
Le immagini mostrano una africana della tribù Mursi, dell’Etiópia; un asiatico della tribù Karem della Tailândia, un índio Tapajó in rappresentanza delle Americhe, un uomo della tribù Chukchi della Sibéria e un aborigeno Hulis, dell’Oceania.
I 70.000 metri quadri di opera sono stati realizzati in 40 giorni con 3.000 bombolette spray, coinvolgendo anche altri grafiteros che hanno lavorato sul disegno di Kobra. Un lavoro complesso e difficile. Una sfida non indifferente. Il risultato straordinario, ammirato dai molti turisti giunti per le Olimpiadi.
In effetti l’opera è letteralmente spettacolare ed emozionante. Un segno che rimarrà anche dopo la chiusura dei giochi olimpici. Il grande evento, per Kobra, è occasione per lanciare un messaggio di pace e unione che rimarrà anche dopo la chiusura dei Giochi.
Fotografie di Federica Polazzi