Non si può certo dire che Michele Serra non sappia cosa sia la satira. E’ un maestro. Si può non essere d’accordo con lui, talvolta, e criticarlo per qualche “amaca” troppo renziana, a me è successo. Ma è un maestro (Il Male, Cuore, eccetera).
Ciò detto, l’ultimo suo intervento – “Da Spadolini a Boschi, la satira e il potere nudo”, la Repubblica, 11 agosto – si chiude con un’affermazione che lascia perplessi. L’articolo analizza le reazioni alla vignetta di Mannelli sulla Boschi, pubblicata dal Fatto mercoledì 10: “Riforme: lo stato delle cos(c)e”. E difende i diritti della satira, anche perché “se il politically correct diventa ingessatura l’effetto è controproducente”. Una difesa ragionata. Giusta. “Non fa parte del gioco pretendere che la satira smetta di essere, quando le capita di esserlo, anche sgradevole”. Bene.
L’articolo si chiude tuttavia con un’annotazione “particolare”: “L’avvenente onorevole Casini fu preso per i fondelli da Neri Marcorè, come seduttore da strapazzo delle elettrici. Un ganimede senza idee ma molto ben pettinato. Non era mica vero, però: infatti era satira. Non è vero neanche che Boschi si sia fatta largo per meriti estetici: infatti è satira”. Strana affermazione. Si ha come l’impressione – e i conti non tornano – che il campo d’azione della satira sia il “non vero”. Insomma, per lunghi anni abbiamo pensato – complice Dario Fo – che la satira “colga la verità proprio amplificando, facendo emergere, dati marginali ma veri”. Non è più così?
L’impressione è che Serra sminuisca l’ottima intuizione di Mannelli – definita: “un gioco di parole piuttosto scemo” – per proteggere, forse troppo, la ministra e la sua Riforma. Impossibile che Serra non veda (davvero) quanto la Boschi – dalle gaffe sui partigiani, alle ultime dichiarazioni: “teorizza, poverina, un referendum dov’è lecito solo il Sì” – si stia dimostrando non all’altezza del ruolo che ricopre. E’ pienamente cosciente dello stato delle cose? Mannelli: no! Solo dello stato delle cosce? Perfetto. E’ satira allo stato puro. Coglie un dato reale, lo amplifica e colpisce. Non è mica falso: infatti è satira.