Al riparo suo del suo casco bianco scavava a mani nude tra le macerie per cercare i superstiti dei bombardamenti. Ma il suo elmetto non lo ha salvato. E’ morto ucciso da un bombardamento Khaled Omar, volontario della Syrian Civil Defense, eroe della martoriata città di Aleppo, salvatore del cosiddetto “bambino miracolato“. Aveva 31 anni, era sposato e aveva una bambina di tre. Nel raid che lo ha ucciso, ha denunciato la Syrian Civil Defense, sono anche rimasti feriti altri due volontari che, insieme a Khaled, erano alla ricerca di sopravvissuti da trarre in salvo dopo l’ennesima giornata di combattimenti.
Nel 2014 Khaled era stato alle Nazioni Unite per denunciare quello che accadeva ad Aleppo, come nel resto della Siria martoriata da un sanguinoso conflitto che si trascina da oltre cinque anni: quello verso New York era stato il primo e unico viaggio in aereo della sua vita, ricordano dalla Syrian Civil Defense.
Tante sono le foto che ritraggono Khaled con in braccio bambini e anziani salvati tra cumuli di polvere e detriti. E sempre nel 2014 aveva fatto il giro del mondo un video che lo ritraeva felice per aver salvato un neonato di Aleppo da quello che restava di un palazzo bombardato, felice perché quando non c’era più alcuna speranza di trovare persone in vita aveva sentito insieme ad altri volontari come un grido che proveniva dalla macerie e si era rimesso a scavare. Quella creatura di appena dieci giorni era ed è rimasta per i siriani “il bambino miracolato”.