In questi giorni si è parlato tanto (troppo?) di satira, cosce, Maria Elena Boschi e sessismo. Come ormai sanno anche i muri, io ho un debole per la bella ministra toscana. E sin da tempi non sospetti, cioè quelli dell’abito blu elettrico al giuramento nei saloni del Quirinale. L’ho disegnata innumerevoli volte, ma quasi mai in una vignetta (intesa in senso stretto) politica. Le ho dichiarato il mio amore su Il Fatto Quotidiano, poi su Facebook, Twitter, sul mio blog, su tutti i muri di tutti gli autogrill tra Roma e Firenze. Le mie avances, ad oggi, si sono liquefatte come un calippo al sole ma sono un tipo testardo e – come tutti sanno, anche i muri – io ho un debole speciale per le renziane perché se in coppia non si litiga di che si parla? Dei tramonti? Dello zucchero filato alla fiera del paese? Non è roba per me.
Ciò detto, non potevo quindi esimermi dall’intervenire sulla faccenda “satira-boschi” e l’ho fatto oggi su quel giornalaccio che è Il Fatto Quotidiano. Sperando che Maria Elena, stavolta, mi richiami.

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