Il sindaco della località turistica maremmana contesta l'allocazione di alcuni migranti nel pieno centro della città amata dai vip. "Bisogna accogliere, per carità. Ma queste so’ ville . E di gran lusso". Nencini (viceministro e segretario del nuovo Psi) contro la "sinistra al caviale". Ma il malumore reale è quello degli operatori turistici del luogo. L'ironia di Salvini, Meloni, Sallusti
Tutti i territori sono uguali, ma alcuni territori sono più uguali degli altri. Non è la citazione storpiata di Orwell, ma il concetto espresso dal sindaco di Capalbio e da diversi ospiti della località turistica della Maremma, storica meta delle vacanze di intellettuali ed esponenti di sinistra, a proposito dell’arrivo nel piccolo comune toscano di 50 rifugiati. “Bisogna essere prudenti, comprendere i problemi del territorio e capire che ci sono territori un po’ speciali” ha detto in un’intervista al Corriere della Sera, Nicola Caracciolo, nobile e ambientalista, nonché principe di Capalbio. “Bisogna accogliere, per carità. Ma queste so’ ville . E di gran lusso. Con giardino. Finemente arredate. Nel centro storico” ha dichiarato, sempre al Corriere, il primo cittadino Luigi Bellumori. A queste affermazioni ha risposto il segretario Psi e viceministro Riccardo Nencini che ha criticato l’incoerenza della “sinistra al caviale“. Ironia e critiche anche da parte di Giorgia Meloni e Matteo Salvini: “Buonisti milionari” .
La dislocazione dei 50 migranti a Capalbio, a partire da settembre, è stata decisa dalla Prefettura di Grosseto in esecuzione di un bando di gara del Ministero degli Interni, pubblicato il 15 dicembre 2015, per gli operatori economici chiamati a provvedere all’accoglienza dei migranti. Il prefetto ha semplicemente fatto rispettare le disposizioni in materia di accoglienza che, per un comune tra i 3.000 e i 5.000 abitanti, prevedono un contingente massimo di 50 persone. Capalbio ne ha 4.139. Gli ‘ospiti’ sono stati allocati in una struttura ben arredata vicino al borgo medievale in zona Poggio del Leccio, un condominio residenziale di lusso costruito tra il 2006 ed il 2010 e circondato da olivi secolari.
I vip della sinistra, tirati in ballo perché ospiti abituali nella “piccola Atene” maremmana, si sono difesi sulla questione che tira in ballo la loro presunta ipocrisia politically correct: “razzisti radical chic” li ha definiti Alessandro Sallusti nel titolo in prima pagina sul Giornale del 14 agosto. Claudio Petruccioli, già presidente della Rai, attacca il Corriere per aver “costruito un pezzo con tanto di foto mia e di altri lasciando intuire una presunta ostilità dei coloni all’arrivo dei migranti” e dice di essere “perfettamente d’accordo con la linea governativa”. Lo scrittore Alberto Asor Rosa, sentito dal quotidiano di via Solferino, sostiene invece che “non può esserci un’opposizione di principio nel nome del turismo. Se così fosse tutti i migranti dovrebbero essere espulsi dall’Italia. La loro presenza va metabolizzata. Molto dipende dai criteri di collocazione. Non so dire se i cinquanta in arrivo siano troppi, ma sono fiducioso nell’autorevolezza delle istituzioni e della loro valutazione”.
Questi distinguo non sono serviti a risparmiare alla sinistra le accuse di doppia morale. Matteo Salvini ha commentato la notizia sul suo profilo Facebook: “Capito come cambiano idea sui “migranti”, quando se li ritrovano nella loro località VIP, Pd, buonisti milionari e radical-chic???”. Sulla stessa linea Giorgia Meloni: “La verità è che avete sempre parlato di ‘integrazione‘ e ‘accoglienza‘ solo finché queste persone venivano stipate nei quartieri più poveri, nelle periferie e lontano dai vostri occhi”. Ma le critiche arrivano anche da sinistra, il segretario del Psi e viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini, toscano di Barberino del Mugello, ha notato che ci sono “due Italie su tutto, anche sui profughi: a Capalbio meglio non averne, la sinistra al caviale potrebbe indignarsi; e all’Abetone si viaggi su bus separati, come neri e bianchi cinquant’anni fa in Alabama, prima di Kennedy. La coerenza non ha nove vite come i gatti” (il riferimento è alla decisione del sindaco di Abetone di riservare alcune corse degli autobus pubblici agli studenti preoccupati da comportamenti ‘poco consoni’ dei profughi).
Ad essere realmente preoccupati sono però i ristoratori e gli operatori turistici della zona, che temono un calo delle prenotazioni, dovuto alla presenza di una comunità di migranti ampia per un paese così piccolo. Questo è il motivo che ha spinto il sindaco Bellumori, eletto con una lista civica ma di area Pd, a fare una richiesta di accesso agli atti al Viminale, al momento negata in attesa dell’approvazione di Alfano. Alcuni cittadini, tra cui il docente di storia e autore Rai Mauro Canali che abita nel comprensorio, hanno avanzato inoltre dubbi sull’appalto che ha disposto la collocazione dei migranti proprio lì: “L’appalto è stato assegnato con una gara alla quale ha partecipato solo l’Ati Senis Hospes-Rti Tre Fontane, cooperativa comparsa in Mafia Capitale e ora commissariata. Abbiamo chiesto un accesso agli atti e ci è stato negato. Lo ha chiesto il sindaco e il prefetto si è rivolto ad Alfano. Perché?”
“Per un cittadino di Capalbio ho 31,28 euro l’anno da destinare allo stato sociale. A un poveraccio sfrattato non posso pagargli una stanza. E per queste persone, dallo status da accertare, se ne spenderanno 33,50 al giorno” ha argomentato il sindaco in un’intervista al Corriere. “Che i migranti arrivino a Capalbio non è un problema – aveva invece dichiarato in occasione della serata finale del festival Capalbio libri –, ma occorre capire la quantità e la localizzazione. E’ la prima volta che un Comune, attraverso il proprio Sindaco, fa richiesta di accesso agli atti di gara. Saranno svolte, anche attraverso la petizione dei cittadini, tutte le azioni di confronto con le Istituzioni e con il Ministero. Questo per far sì che questa sia un’opportunità e non occasione di scontro o di protesta”.
“La politica si deve fare delle domande. E anche il Pd dovrebbe riflettere” aggiunge il sindaco, che rivendica inoltre per il suo comune una sorta di status speciale come Cortina, Capri o Portofino, luoghi che “possono promuovere l’accoglienza e l’integrazione senza ledere quell’immagine e quel brand che ne ha determinato la fortuna”. Bellumori dice che 50 profughi per il suo paese di 4mila persone (numero che si dimezza d’inverno) sono troppe, considerando che a Grosseto con “100 mila abitanti hanno dato 160 migranti”. E poi, come ha detto invece il principe Nicola Caracciolo: “I residenti, quelli che restano d’inverno, sono pochi, per lo più anziani e un centro di raccolta di profughi genererebbe soltanto insicurezza“.