Per qualche ora, forse qualche giorno, il più terribile Chavez che il mondo ha conosciuto non si chiama Hugo. La notizia, che probabilmente fa ribaltare nella tomba il defunto autoritario presidente venezuelano, non ha risvolti di carattere politico o militare. La buonanima può quindi riconquistare la requie eterna turbata dal clamore innescato da una sadica presentazione al sorprendente DefCon 24 che a Las Vegas ha calamitato pirati informatici, esperti di sicurezza, tecnici di primo piano e curiosi d’ogni sorta.
Alla tradizionale convention ha lasciato interdetti anche i meno sensibili una tanto spettacolare quanto impietosa dimostrazione di hacking fatta in danno di una sedia a rotelle. Protagonista di questa bravata Chavez, Stephen Chavez, che si è presentato nella sala della conferenza seduto su accessoriatissima seggiola semovente con cui ha attraversato il locale a velocità folle con manovre da stunt-man. Dieci lunghissimi secondi di panico che hanno “paralizzato” il pubblico: l’ausilio sanitario di mobilità personale del valore di 8000 dollari ha rischiato di schiantarsi mentre il suo passeggero non nascondeva affatto il suo incredibile divertimento.
Il tizio che ha ritenuto spassosa la sua performance si è giustificato dicendo che la sedia a rotelle non rispondeva più ai comandi e quindi si muoveva pilotata da qualcosa di diverso della cloche e dall’acceleratore in normale dotazione. Mentre sghignazzando cercava di giustificare la sua condotta alla guida, ha invitato a notare chi si nascondeva dietro l’angolo dell’ingresso. Chavez ha così confessato di non aver agito da solo, ma di essersi avvalso della collaborazione di un altro balordo digitale noto negli ambienti sotterranei della rete come Specter, il quale – chiamato in causa – non ha esitato a esclamare: “Sono contento che te la sia fatta nei pantaloni!”.
Il “socio” di Chavez ha nelle mani una consolle per videogame, completa di joystick: è proprio quella Xbox 360 a costituire la piattaforma di comando e controllo di tutti i movimenti della sedia a rotelle. Il ventitreenne Stephen Chavez, studente alla Metropolitan State University of Denver in Colorado, è il cervello di questa prodezza e quella sedia a rotelle è proprio la sua. L’operazione di hackeraggio ha preso spunto dalla sofisticata elettronica a bordo delle sedie e dalle loro numerose possibilità di comunicazione wireless. E’ stato preso di mira il Controller Area Network, il cosiddetto Can, lo stesso che viene installato sulle autovetture e che non di rado offre spunti per chi vuole dar luogo ad un simpatico arrembaggio virtuale dei veicoli tecnologicamente evoluti.
Bisturi e ferri elettronici di questo intervento di chirurgia pirata sono stati un Raspeberry Pi3 e una scheda PiCAN2 che hanno permesso di stabilire il dialogo con il sistema della sedia e la Xbox adoperata per disporre piroette, sbandamenti, accelerazioni e piccole collisioni con muri e ostacoli. Tremiamo al pensiero che qualcuno possa sabotare la sedia a rotelle del nonno o di qualche vicina di casa, ma questa discutibile dimostrazione è senza dubbio l’ennesima prova che la corsa all’automazione non dà mai il tempo di riflettere sulle potenziali conseguenze anche negli ambiti meno attesi.