L'atleta statunitense e tre compagni di nazionale erano stati fermati un taxi da uomini che hanno finto di essere poliziotti: "Questi tizi sono arrivati con un badge della polizia, non c'era luce", ha raccontato
Momenti di paura per Ryan Lochte a Rio de Janeiro. Il nuotatore statunitense e tre compagni di squadra sono stati rapinati in un taxi da uomini che hanno finto di essere agenti di polizia: “Mi hanno puntato la pistola alla testa”, ha raccontato l’atleta.
“Secondo quanto raccontato da quattro membri della Squadra di nuoto olimpica (Gunnar Bentz, Jack Conger, Jimmy Feigen e Ryan Lochte), avevano lasciato Casa Francia domenica mattina presto in un taxi, diretti al Villaggio olimpico – ha detto il portavoce del comitato olimpico Usa, Patrick Sandusky – il loro taxi è stato fermato da persone che fingevano di essere poliziotti armati, chiedevano il denaro degli atleti e altri loro effetti personali. Tutti i quattro sono illesi e collaborano con le autorità”, ha proseguito.
“Ci hanno fermati, nel taxi, e questi tizi sono arrivati con un badge della polizia, non c’era luce, non c’era altro che il badge”, ha raccontato. “Hanno estratto le armi – ha proseguito – e detto agli altri nuotatori di coricarsi a terra, e loro lo hanno fatto. Io ho rifiutato, dicendo che non avevamo fatto nulla di male, quindi non mi sono coricato”. Ma un aggressore l’ha affrontato: mi ha puntato la pistola “alla fronte e ha detto ‘Abbassati’, ho alzato le mani e, va bene. Ha preso i nostri soldi, il mio portafogli, ha lasciato il mio cellulare”.