L’altra faccia dello scioglimento dei ghiacciai. Dopo tre anni di preparazione e un fiume di polemiche partirà dall’Alaska oggi, 16 agosto, la prima grande nave da crociera che per arrivare a New York attraverserà il passaggio a Nord-Ovest nelle acque dell’Artico. Si tratta della lussuosa ‘Crystal Serenity’, che salperà con a bordo oltre 650 membri dell’equipaggio e più di mille passeggeri che hanno pagato dai 22mila ai 120mila dollari per il biglietto. Il viaggio sarà possibile perché in estate la calotta polare è soggetta a una riduzione ancora più notevole, lasciando il percorso quasi totalmente libero. Ma per gli ambientalisti la crociera rappresenta un pericolo proprio per quella natura incontaminata che i turisti vogliono vedere e che ospita specie in via di estinzione come orsi polari e trichechi. In un articolo pubblicato dal The Gardian, Rod Downie, responsabile per il Wwf del Regno Unito del programma polare ha lanciato l’allarme a pochi giorni dalla partenza sulla necessità di “un turismo sostenibile”, mentre già nei mesi scorsi i rappresentanti di alcune istituzioni locali avevano manifestato le loro perplessità. Per gli ambientalisti si tratta di un precedente rischioso, che potrebbe presto aprire il campo alle grandi navi da crociera.
IL VIAGGIO STORICO – La nave della compagnia Crystal Cruises partirà da Seward (Alaska) per arrivare a New York dopo 32 giorni, il 17 settembre. Il percorso previsto è quello del passaggio a Nord-Ovest, che unisce il Pacifico all’Atlantico. Una rotta leggendaria che attraversa un ambiente molto delicato e bello da mozzare il fiato ed anche una scorciatoia prima impossibile per le navi mercantili provenienti dall’Europa che, per raggiungere l’estremo Oriente, sono sempre state costrette a passare per il Canale di Panama. A spianare la strada è stata la continua riduzione della calotta polare, lo scorso inverno ai minimi storici con i ghiacciai che si sono fermati a 14,5 milioni di chilometri quadrati. Lo scioglimento ha reso possibile già dal 2000 il passaggio per imbarcazioni più piccole. Nel 2012 a fare la traversata è stato un mega yacht con un centinaio di passeggeri e, nell’autunno del 2013 la prima nave grande (ma commerciale), la Nord Orion. È da quell’anno che la compagnia statunitense (di proprietà della giapponese Nippon Yusen Kaisha) prepara questa crociera. Ora tutto è pronto per il viaggio a bordo della lussuosa ‘Crystal Serenity’ con casinò, sei ristoranti e un cinema a bordo. Si attraverserà lo Stretto di Bering, il Nunavut, arrivando in Groenlandia.
LE POLEMICHE – L’annuncio del progetto è stato accompagnato da diverse critiche e, a pochi giorni dalla partenza, Downie ha ribadito le sue perplessità, pur riconoscendo il lavoro svolto dalla compagna per ridurre al minimo l’impatto. “In particolare la scelta di non bruciare olio combustibile pesante nella regione artica – ha ribadito Downie nell’intervista al The Gardian – che è più persistente e dannoso per la fauna selvatica”. Un aspetto sottolineato dalla stessa azienda. “Abbiamo adottato molte misure per garantire un viaggio sicuro” ha dichiarato la compagnia, sottolineando che “durante l’estate artica lungo la rotta pianificata le acque sono sostanzialmente prive di ghiaccio”. La ‘Crystal Serenity’ sarà comunque preceduta da una nave rompighiaccio con due elicotteri a bordo.
GLI AMBIENTALISTI: ‘PRECEDENTE PERICOLOSO’ – Da un lato, dunque, è la natura a permettere percorsi prima off-limits, dall’altro – sottolineano gli ambientalisti – il passaggio di grandi navi, il via libera al turismo da crociera e tutto ciò che esso comporta, non può che rendere ancora più precario un equilibrio già sottile. Senza considerare il rischio di incidenti, per prevenire i quali negli ultimi mesi hanno lavorato intensamente la guardia costiera canadese e quella statunitense. Insomma, le mega-crociere dell’Artico rappresentano un punto di svolta, senza possibilità di ritorno. Così se lungo lo stretto di Bering ogni anno le dimensioni dei villaggi si riducono sempre più, la riduzione della calotta polare, in alcune aree, ha portato anche all’aumentano di attracchi (prima impossibili) per le imbarcazioni. Insomma l’Artico è diviso tra la necessità di salvaguardare l’ambiente e l’apertura verso il turismo. Peccato che lo scioglimento dei ghiacci, con l’innalzamento del livello del mare, rappresenti una minaccia diretta per le zone costiere di tutto il mondo.