Le scie chimiche? Una bufala, una leggenda metropolitana altro che complotto. Per i ricercatori della University of California Irvine le tracce lasciate dagli aerei nel cielo siano in realtà non sono affatto provocate da esperimenti con agenti chimici o batteriologici. Come tanti fenomeni all’apparenza misteriosi hanno una spiegazione perfettamente razionale.
Gli scienziati hanno mostrato quattro foto tra le più popolari tra i complottisti a 77 ricercatori specializzati nello studio dell’atmosfera, chiedendo anche se nelle loro ricerche avessero mai trovato qualche segno di possibili ‘manipolazioni’. Settantasei esperti hanno risposto no alla seconda domanda, con una che invece ha affermato di aver trovato una volta un livello eccessivo di bario, un elemento comunque innocuo, in una zona con poco bario nel terreno. Le foto, secondo tutti gli intervistati che hanno anche fornito rimandi alla letteratura scientifica sulle loro affermazioni, potevano invece essere spiegate con il fenomeno della condensazione del vapore acqueo intorno ai residui della combustione degli aerei. Anche un’immagine molto famosa tra i complottisti, che ritrae scie ‘intermittenti’ che dovrebbero essere la prova che gli aerei ‘spruzzano’ le sostanze a intervalli, per il 100% degli intervistati può essere spiegata con il passaggio dell’aereo da una zona più umida a una più secca, con la scia che quindi si dissipa più velocemente.
Le prime teorie cospirazioniste sulle scie chimiche risalgono al 1996, quando negli Usa alcuni gruppi iniziarono ad accusare l’Aeronautica militare di usare gli aerei per diffondere ‘sostanze non identificate’ nell’atmosfera per il controllo del clima. Nel corso del tempo il numero di questi fantomatici esperimenti sarebbe aumentato, provocando l’aumento di malattie nella popolazione generale, da quelle cardiache all’autismo passando per i disturbi neurologici. La maggiore presenza e persistenza delle scie negli ultimi anni, citate dai complottisti come prove del fatto che sono artificiali, hanno però spiegazioni molto semplici, sottolinea lo studio. “Ci sono più scie semplicemente perché sono aumentati gli aerei – spiega Ken Caldeira, uno degli autori -, e probabilmente sono più persistenti per effetto dei cambiamenti climatici”.