Il Dipartimento amministrazione penitenziaria stoppa il maxi spostamento di boss, mafiosi e stragisti dai penitenziari del Nord Italia alla capitale dopo che ieri ilfattoquotidiano.it aveva raccontato in anteprima della richiesta avanzata dall'associazione Nessuno tocchi Caino
Il trasferimento di 44 ergastolani dalle carceri del Nord al penitenziario romano di Rebibbia per partecipare al congresso del partito Radicale non sarà autorizzato. E quanto fa sapere il Dipartimento amministrazione penitenziaria, dopo che ieri ilfattoquotidiano.it aveva raccontato in anteprima della richiesta avanzata dall’associazione Nessuno tocchi Caino. Oggetto: traferire temporaneamente nel carcere di Rebibbia 44 detenuti che si trovano attualmente nei penitenziari di Voghera, Milano Opera e Parma. Il motivo? “Hanno manifestato la loro disponibilità a partecipare, in quanto iscritti, al Congresso del partito Radicale”, scriveva il 6 agosto scorso Sergio D’Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, in una lettera (firmata anche dalla presidente Rita Bernardini) inviata a Santi Consolo, a Massimo De Pascalis e a Roberto Piscitello, rispettivamente capo, vice capo e direttore generale del Dap.
In allegato c’era l’elenco dei 44 detenuti da trasferire, 42 dei quali sono oggi reclusi in sezioni Alta Sicurezza, cioè i circuiti penitenziari dedicati agli appartenenti alla criminalità organizzata ai quali non è stato rinnovato il regime di carcere duro. Il problema, è che si trattava di esponenti di peso di Cosa nostra, camorra e Sacra corona unita, nessuno dei quali ha mai collaborato con la magistratura. Tra i possibili partecipanti al congresso dei Radicali, infatti, ecco Gioacchino Calabrò, il boss condannato per le stragi del 1993 a Firenze, Roma e Milano, e Giuseppe Lucchese, alias “occhi di ghiaccio”, uno dei più spietati killer agli ordini dei corleonesi di Totò Riina, ma anche Giovanni Alfano, ritenuto colpevole dell’omicidio di Silvia Ruotolo, uccisa per sbaglio in una sparatoria in strada a Napoli nel 1997, ma anche Salvatore Calafato, Giovanni Avarello e Gaetano Puzzangaro, i killer di Rosario Livatino, il “giudice ragazzino”.
È per questo motivo che il ministro della giustizia Andrea Orlando aveva subito sottolineato di non volere concedere alcuna autorizzazione al maxi trasferimento, sottolineando di aver appreso della vicenda solo dopo la lettura dell’articolo.“Non abbiamo ancora confermato nulla, stiamo ancora studiando la vicenda che non è così immediata da mettere in pratica: i detenuti andranno comunque in un carcere e non certo da uomini liberi”, aveva invece detto al fattoquotidiano.it Consolo, massimo dirigente del Dipartimento amministrazione penitenziaria. E oggi è arrivato il definitivo stop da parte del Dap al trasferimento degli ergastolani a Rebibbia per partecipare al congresso dei Radicali.