Il magnate di origini ungheresi alla fine del 2015 aveva acquistato lo 0,45% della società delle Rosse. Nel secondo trimestre di quest'anno, quando il valore medio del titolo sulla borsa di New York era più basso, ha venduto tutte le azioni
Maranello addio. Con perdite. Il finanziere George Soros ha azzerato la propria partecipazione in Ferrari, di cui l’anno scorso aveva acquistato lo 0,45%. Il magnate di origini ungheresi, naturalizzato statunitense, era uno dei primi dieci soci della casa automobilistica che Sergio Marchionne ha scorporato da Fiat Chrysler e quotato prima a New York e poi, in gennaio, a Piazza Affari. Secondo Milano Finanza, che ne ha dato notizia, l’operazione si è però chiusa “probabilmente in perdita“.
La Sec, omologo statunitense della Consob, non indica le date precise di acquisti e vendite, ma da una comunicazione pubblicata martedì emerge che Soros ha comprato le 850mila azioni nel quarto trimestre 2015, quando la quotazione del titolo a New York è oscillata tra i 45 e i 58 euro e il valore medio si è attestato a 51,5 dollari. I titoli sono invece stati rivenduti nel secondo trimestre di quest’anno, quando il prezzo del titolo è oscillato tra i 39 e i 45,8 dollari registrando un valore medio di 42,4 dollari. Di conseguenza, nota il quotidiano finanziario, “al massimo è andato in pari“, ma molto probabilmente ci ha invece rimesso dei soldi.
L’85 enne Soros, protagonista nell’estate 1992 di un leggendario raid speculativo contro la lira e la sterlina, può consolarsi però con la plusvalenza arrivata dalla vendita, decisa negli ultimi giorni, della propria quota in Barrick Gold, il più grande produttore mondiale di oro. La sua quota è stata ridotta da 19,4 a 1,07 milioni di azioni con un guadagno del 56% sul prezzo di acquisto.