Ventiquattro e dodici anni fa, Barcellona e Atene. Allora l’Italia fece meglio di tutti nella grande guerra in cuffietta nelle piscine olimpiche. È passato molto tempo, altre soddisfazioni e medaglie sono arrivate ma ora il Settebello e il Setterosa ci riprovano. Perché la pallanuoto è una delle casa azzurre durante i Giochi, il posto nei quali la nostra spedizione si rifugia in cerca di soddisfazioni e podi. Uno, di fatto, è già raggiunto. Parziale e senza soddisfazioni reali ma che racconta come il movimento in questo momento non abbia rivali: l’Italia è l’unica nazione a portare entrambe le rappresentative in semifinale. Non era mai accaduto dal 2004, quando venne introdotto il torneo femminile, a oggi. Risultato raggiunto prima dal Setterosa – ancora imbattuto – con la vittoria sulla Cina e poi con il ko imposto alla Grecia dal Settebello di Sandro Campagna, grazie al netto 9-5 praticamente mai in discussione.

E ora viene il bello. Alle 17.20 si apre la caccia alle medaglie. Le ragazze di Fabio Conti affrontano la Russia alla ricerca della finale e quindi di una medaglia certa. A guardare quanto accaduto nelle acque di Rio, non dovrebbe esserci storia. Perché durante i gironi – 3 vittorie su 3, 27 gol fatti e 15 subiti – Tania Di Mario e compagne hanno strapazzato la rappresentativa russa con un sonoro 10-5. Un successo netto, senz’appello che le moscovite proveranno a ribaltare dopo aver ritrovato compattezza e serenità di partita in partita. Due elementi che il Setterosa non ha mai smarrito, accentuandoli nei quarti dove ha liquidato la Cina con un sonoro 12-7. Le ragazze italiane non rientravano tra le prime quattro al mondo in un’Olimpiade da Atene 2004, quando conquistarono l’oro sotto la guida di Pierluigi Formiconi grazie alla vittoria in finale sulle padrone di casa. L’ultimo risultato positivo è targato 2015, con il bronzo ai mondiali di Kazan, figlio di una semifinale persa ai supplementari contro i Paesi Bassi. Ora invece Tania Di Mario, alla quarta Olimpiade, e compagne sono ancora imbattute e incutono timore a chiunque. Non solo alla Russia, ma anche alle ungheresi e alle statunitensi campionesse del mondo, che si giocano l’altro posto in finale.

Giovedì toccherà invece al Settebello, partito benissimo nella poule salvo attraverso una piccola crisi nelle ultime due partite. Scorie dimenticate nei quarti con l’autorevole vittoria sulla Grecia che ha regalato l’accesso alla zona medaglie in un torneo che si è trasformato in una ‘disfida dell’Adriatico’. E l’Italia è l’unica rappresentativa non balcanica. L’oro verrà infatti conteso dalla Serbia, temibilissima avversaria degli azzurri in semifinale, oltre a Montenegro e Croazia, avversarie nella poule. Il risultato raggiunto da Tempesti e gli altri è già importante e permetterà quanto meno di giocare per il bronzo, a Londra quattro anni fa era stato secondo posto e argento. Ma la prova nei quarti fa sperare anche qualcosa in più, perché il Settebello difende e attacca ‘di squadra’: in tutta la partita i greci hanno bucato la porta azzurra solo in superiorità numerica. Ecco perché quell’oro che manca da Barcellona ’92 – quando Attolico, Calcaterra, l’attuale ct Campagna, Silipo e gli altri nove trionfarono sotto la guida di Ratko Rudic – non appare poi impossibile. Lo stigma di quella nazionale che generò il successo olimpico risiede anche in questa. E se Tania Di Mario, protagonista dell’impresa ad Atene, saprà convincere le altre che anche in campo femminile tutto è possibile, le piscine di Rio rischiano il monopolio azzurro.

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