Emanuele Biso, 28 anni, ha perso il lavoro e ha deciso di partire: "Più passava il tempo più mi sembrava che in Italia, per noi giovani, non ci fossero prospettive". E così ha aperto un eco camping in America centrale. "Torno un mese all’anno a casa e vedo persone tese, nervose, costrette a rincorrere uno stipendio, o un po’ di stabilità"
Per cinque anni ha lavorato come scaricatore di porto a Marina di Carrara, incominciando da ragazzino, appena maggiorenne, finché a causa della crisi non è stato licenziato. A quel punto Emanuele Biso, 28 anni, si è reso conto che gli mancava qualcosa. “Mi svegliavo la mattina con la testa piena di sogni da realizzare. Ma più passava il tempo più mi sembrava che in Italia, per noi giovani, non ci fossero prospettive. Così non ci ho pensato due volte, sono partito”.
Quattro anni fa con lo zaino in spalla fa Biso ha iniziato un lungo viaggio, dalla Francia all’Indonesia, dalle Isole Canarie al Brasile, in cerca di un nuovo paese da chiamare casa. L’ha trovato in Costa Rica, America centrale, una lingua di terra tra i Caraibi e il Pacifico, dove a novembre ha inaugurato il suo piccolo angolo di paradiso. Un eco camping a Tamarindo, cioè, dove i turisti soggiornano rispettando l’ambiente, mangiando biologico e facendo conoscenza con le erbe officinali che coltiva lui stesso. “E’ una soluzione per chi ama avventura e natura, nata per offrire a chi viene in vacanza qui la possibilità di conoscere uno stile di vita basato sulla corretta alimentazione, sull’ecosostenibilità, e senza stress. In Costa Rica la chiamiamo pura vida”.
Luogo di villeggiatura low cost per turisti, “ma anche piccolo centro culturale che spesso raduna musicisti, cantanti e artisti in vacanza da tutto il mondo”, l’eco camping di Biso, per lui, rappresenta una sorta di rinascita. “Ho sempre amato lo sport e la vita sana, e la nuova realtà che mi sono costruito in Costa Rica mi ha dato l’opportunità di cambiare completamente le mie abitudini. Certo, avviare un’attività all’estero inizialmente non è stato facile, ma non ho mai perso la determinazione e oggi mi sento molto soddisfatto”.
In Italia sono rimasti la famiglia e gli amici, racconta, “ma non ho alcun rimpianto, specie se penso alla situazione del paese oggi, precario, disoccupato e ancora costretto a fare i conti con la crisi economica, che sembra non finire mai. Torno un mese all’anno a Marina di Carrara e lo vedo l’effetto che tutto questo ha sulle persone: sono tese, nervose, costrette a rincorrere uno stipendio, o un po’ di stabilità. Così, però, non resta più tempo per vivere davvero”.
Così, a guardarsi indietro, anche quel licenziamento di qualche anno fa oggi, per Emanuele, non ha più il sapore dell’amarezza. “Perdere il lavoro mi ha costretto a decidere cosa fare della mia vita, e alla fine da una delusione sono riuscito a ricavare un’opportunità. Del resto, se fossi rimasto in Italia non avrei mai pensato di aprire un’attività come quella che ho qui in Costa Rica: troppe tasse, troppa burocrazia. Amo il mio paese ma penso ai miei coetanei, alle difficoltà che incontrano ogni giorno in un mondo del lavoro dove non c’è meritocrazia, dove si va avanti per raccomandazione, e credo che non tornerò indietro. Nemmeno in futuro”.
In Costa Rica, la nazione con la popolazione più felice al mondo secondo la classifica Happiness in nations del World database of happiness, il database mondiale della felicità, si vive alla giornata, a contatto con la natura e a cavallo delle onde. E quando non ha da fare con l’eco camping, Biso insegna surf ai turisti, spiega loro come seguire uno stile di vita più sano, e si allena per diventare professore di jiu jitsu brasiliano, “perché in questa società abbiamo bisogno di disciplina per migliorare. Anche per imparare a essere felici”.
Perciò, a parlare di giovani e di futuro, Emanuele non ha dubbi. “A chi volesse seguire il mio esempio consiglio una sola cosa: se davvero desiderate cambiare vita, se sentite che è il momento di farlo, provateci, punto e basta, senza lasciarvi prendere dalla paura. Perché correre dall’alba al tramonto, tutti i giorni, e sentirsi senza via di scampo dalla realtà, non è vivere davvero”.