Anche se i dati ufficiali non sono ovviamente ancora disponibili, tutto lascia intendere che questa estate 2016 segnerà una fortissima ripresa del turismo in Italia. Non si tratta solo di congiuntura politica sfavorevole per le mete a noi tradizionalmente concorrenti. Si tratta anche del fatto che mai come in questa estate 2016 le varie località italiane si sono tirare a lustro. Senza avere pretese di completezza, voglio qui attirare le vostre attenzioni su due minori località laziali, una di campagna e una di mare, una a Nord e una a Sud di Roma, che hanno saputo quest’anno migliorare la loro offerta per tutti i villeggianti.
Si tratta di due luoghi che al di là dell’essere entrambi sotto i 15mila abitanti, non hanno quasi nulla in comune: Magliano Sabina (ultima propaggine collinare della provincia di Rieti, fra Terni e Viterbo, nella valle del Tevere, a soli 40 minuti da Roma grazie al casello autostradale sulla A1) e San Felice Circeo (sul litorale pontino, in provincia di Latina, ci si arriva dalla tremenda strada statale Pontina). Il Circeo è località molto più famosa, dall’Odissea di Omero alle cronache nazionali per il tragico “massacro” recentemente entrato anche nella narrativa de La scuola cattolica di Albinati. Il Circeo è anche noto per essere stata meta di alcuni dei più famosi nomi della storia del cinema e della cultura italiana, da Renato Rascel ad Anna Magnani, cui è dedicata la sala cinematografica riaperta nel 2008, passando per Pasolini, Moravia e, si parva licet e spingendosi fino a Sabaudia, Francesco Totti.
La ripavimentazione del centro storico del Circeo
Una nota curiosa su un’operazione di marketing ante litteram del Circeo: le rocce su cui diversi di questi grandi del cinema costruirono le loro ville furono donate dall’architetto e scenografo Antonio Valente, già docente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, che le aveva a sua volta ricevute in dono dal barone svizzero James Auget, antico feudatario di queste zone all’epoca rocciose o paludose. I vip del cinema accettarono con piacere il dono e stabilirono qui le loro dimore estive, dando a questi luoghi tirrenici bellissimi ma impervi e allora mal collegati quell’alone di charme che ancora mancava.
E così, se San Felice Circeo va fiera del suo Parco Nazionale, della recente ripavimentazione e pedonalizzazione del suo centro storico, iniziata dalla giunta Cerasoli e continuata dall’attuale giunta Petrucci, della conferma della bandiera blu del suo mare sempre più cristallino e delle sue spiagge sempre più attrezzate (ancorché dai prezzi sempre più ingiustamente elevati, vedasi lo stabilimento Saporetti a Torre Paola), e dell’eccellenza dell’olio d’oliva e delle mozzarelle di bufala del suo entroterra, Magliano Sabina risponde con le sue meravigliose e riposanti colline ricoperte di oliveti secolari, vallate verdi e montagne dove predominano folti boschi di querce e di faggi, con il suo prestigioso olio d’oliva Sabina DOP.
E’ proprio qui che di recente il sindaco Graziani è riuscito, lo scorso marzo, nella grandiosa impresa di riaprire e restaurare con un gusto e un’eleganza rustica che sconfina nell’arte povera, il locale Ostello, una vera gemma del turismo italiano ricavata all’interno di un ex convento del XVII secolo, il Santa Maria delle Grazie. Non fatevi trarre in inganno dai termini: “ostello” in questo caso significa hotel ad almeno due o tre stelle, con camere che, in alcuni casi, dovrebbero essere chiamate suite: 30 metri quadri divisi in tre ambienti, terrazza di almeno altrettanti 30 metri quadri dominante la valle del Tevere, soffitti alti circa 4 metri, travi a vista, arredamento di campagna antico e restaurato. Il complesso architettonico del S.M. delle Grazie comprende anche l’omonima chiesa e la Biblioteca comunale, ricca di cinquecentine e purtroppo non sempre aperta (chiamate per non fare il viaggio a vuoto).
L’arredamento dell’ostello di Magliano Sabina, donato dalla cittadinanza
Nota di encomio: l’intero arredamento dell’Ostello è ricavato dalle libere donazioni di tanti maglianesi che hanno voluto collaborare alla riapertura non solo con il loro entusiasmo. Uniche note negative: i materassi, senza dubbio da cambiare in favore di qualcosa di più dignitoso, la mancanza di un decente arredamento del terrazzo, la difficoltà ad avere acqua calda nei bagni di alcune camere, che però, sostiene la direttrice Chiara Palozza, “è un problema che stiamo cercando di risolvere”. Quel che importa è che grazie alla volontà del sindaco Alfredo Graziani, e all’amore per la propria terra dell’amministratore Roberto Stentella, l’Ostello è diventato il vero centro culturale di Magliano: qui si svolgono mostre, concerti, incontri, proiezioni estive di film nell’immenso giardino adiacente al parco punteggiato di pini mediterranei.
Infine, due citazioni culinarie per fare della vostra visita qualcosa di speciale: al Circeo non potete mancare la trattoria Da Erminio, a La Cona, per piatti di pesce a prezzi abbordabili. A Magliano Sabina svetta e roccheggia l’agriturismo Frangellini, da Tonino Panetta, uno degli ultimi ristoratori ancora degni di questo nome.