Ha passato le vacanze con un occhio fisso sulla tv, “a fare il tifo per i nostri atleti a Rio”, e l’altro su uno studio dell’università di Oxford “per capire il vero impatto economico delle Olimpiadi sulle città che le hanno ospitate”. Ma non è la candidatura di Roma ai Giochi del 2024, su cui peraltro tiene la bocca cucita, il primo dossier sportivo in mano a Daniele Frongia, vicesindaco di Roma con delega allo Sport: sulla sua scrivania c’è quello per Euro 2020, gli Europei di calcio. Per i 60 anni del torneo, la fase finale sarà ospitata da 13 diverse città europee e il presidente della Federcalcio, Carlo Tavecchio, ha chiesto ufficialmente “la disponibilità di Roma”. Ora Frongia, 43 anni, una laurea in statistica e un lavoro all’Istat, incontrerà il direttore generale della Figc per discutere l’organizzazione: “Gli Europei non sono le Olimpiadi. Gli impianti già ci sono e non sono richiesti interventi pesanti. Si possono fare. E senza sprechi. Sarà una bella occasione per la città”. Da ex presidente della commissione Spending review, ha scritto un libro, E io pago (Chiarelettere), in cui denuncia “soldi buttati” per 1,2 miliardi l’anno.

Frongia, partiamo dagli sprechi. Lei è l’ex presidente della commissione Spending review. Come va il recupero?
Abbiamo già tagliato l’uso delle auto di servizio e i “regali del sindaco”. Era uso che il sindaco facesse doni anche molto costosi in occasioni istituzionali, ma abbiamo subito ridotto la spesa scendendo, in taluni casi, da 5 mila euro a 200. I fasti del passato, da Rutelli in poi, sono già acqua passata.

E qualcuno vi ha già accusato di poraccismo: fate risparmi da poveracci, sulle briciole.
Stiamo intervenendo sia sulle briciole che sulle montagne di sprechi: a fine anno faremo il punto e i romani potranno giudicare i nostri primi interventi con i conti alla mano.

Difende il megacosto dei vostri staff? Compresi i 193mila euro della capo di gabinetto, Carla Raineri?
E’ meno di quanto prendeva come magistrato. E comunque è meno di quanto prendevano i precedenti capi di gabinetto. Basta citare Luigi Fucito, scelto da Marino, che prendeva “solo” 73 mila euro dal Campidoglio, ma dal Senato ne incassava altri 190 mila. Sempre soldi pubblici sono.

Però al capo segreteria di Virginia Raggi, Salvatore Romeo, funzionario capitolino e attivista M5S, avete addirittura triplicato la retribuzione.
Abbiamo chiamato gente onesta, capace e competente, e spendiamo, in complesso, meno di tutte le giunte precedenti. Anche della giunta Marino. Secondo le mie stime arriveremo a risparmiare almeno un milione su 5, e già ora ci attestiamo sui 300 mila euro di risparmi. Sono altri gli sprechi che strangolano la Capitale.

Il più scandaloso?
Il turismo dei rifiuti. I romani spendono 200 milioni l’anno per spedire la loro immondizia al centro-nord e arricchire le aziende che la recuperano e la smaltiscono. Una follia. Come è folle, e lo ha scoperto la commissione Spending review, che per anni l’Ama abbia venduto a soli 8 milioni di euro del materiale riciclabile che ne valeva 39. Sui rifiuti di Roma si sono arricchiti in tanti, a partire da Cerroni, tranne i romani: pagano una delle Tari più alte d’Italia.

A proposito di rifiuti, il 20 agosto scade la promessa della sindaca. Ma dov’è Roma pulita?
Quella sparata, a dir la verità, non l’ha fatta Virginia Raggi ma Daniele Fortini, l’allora presidente di Ama. E siamo ancora ben lontani dalla normalità. In ogni caso il nostro pressing sull’azienda ha cominciato a dare risultati: sui social cominciano a spuntare parecchie molte segnalazioni di cittadini che, sorpresi, hanno finalmente trovato strade e cassonetti puliti anche in zone semi-periferiche, come nei dintorni del policlinico Gemelli.

Quindi sono i giornalisti a esagerare, quando parlano di emergenza?
Beh, ci aspettavamo un trattamento non equo da parte di molti giornali e telegiornali, e le nostre aspettative non sono state deluse.

La stampa fa il suo mestiere.
Molti giornali hanno dato notizie completamente false, come i miei presunti super stipendi, o forzate e manipolate, come la finta intervista al nostro capo di gabinetto. In ogni caso, la linea è sempre la stessa: dipingerci come la nuova casta, incompetenti, litigiosi e addirittura disonesti. L’assessora Muraro sembrava, nelle passate settimane, il nuovo mostro di Firenze…

L’assessore Muraro ha ancora la vostra fiducia?
Sì.

Anche se Roma Zozzona è ormai un topos nazionale, il simbolo dell’incapacità grillina a governare?
Un giorno ero sul Tevere, a bordo del gommone della polizia. Qualcuno ha lanciato nel fiume dei frigoriferi, che poi ci sono passati accanto trasportati dalla corrente. Pure questo è colpa della giunta? Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Compresi quei cittadini finora tenuti ai margini di tutto: i detenuti.

I detenuti?
Vogliamo farli partecipare a progetti di pubblica utilità. E vogliamo partire proprio dalla pulizia e dal decoro, sull’esempio di altre città come Milano e come è già stato fatto anche a Roma, tre anni fa, per riqualificare la passeggiata del Gianicolo. Ho fatto volontariato a Rebibbia con Emergency e sono convinto che un detenuto, se rieducato e reinserito nella società, può essere una risorsa per la collettività. E visto che tra le mie deleghe ho quella dei rapporti con il garante dei detenuti di Roma, Filippo Pegorari, lo incontrerò a Rebibbia oggi a mezzogiorno, insieme al direttore del carcere femminile Ida Del Grosso. Abbiamo già progetti concreti in cantiere.

Costosi?
E’ finita l’epoca dei progetti costosi.

Frongia, qual è la verità sui conti del Campidoglio?
La sta cercando anche la procura della Repubblica, che ha aperto un’inchiesta basandosi sull’esposto presentato, all’epoca del commissario Tronca, dall’attuale assessore al Bilancio Marcello Minenna e da Carla Raineri. Il grande mistero, in particolare, sono i derivati acquistati nel 2002 da Walter Veltroni. Ma non posso dire di più.

Oggi Roma è a rischio default?
Smentisco le voci che ci davano in stato di pre-dissesto: il saldo di finanza è positivo. E grazie anche al nuovo assestamento di bilancio, previsto per settembre, abbiamo iniziato una pulizia straordinaria dei conti che ha già messo a disposizione 18 milioni per l’Atac. Nel bilancio di previsione per il 2017 vedrete altre novità importanti.

E nel frattempo?
Abbiamo cominciato a massimizzare gli incassi di alcuni grandi eventi in aree comunali, come i concerti di David Gilmour o di Bruce Springsteen al Circo Massimo, e stiamo intervenendo sulle aziende partecipate con l’obiettivo di completare entro l’anno le prime liquidazioni di quelle inutili. Come il Cif, il Centro Ingrosso Fiori che dal 1997 a oggi non ha venduto neanche una margherita ma è costato oltre mezzo milione in ricerca, sviluppo e pubblicità, e ha mantenuto per anni un dipendente, un amministratore e vari revisori dei conti.

Ma il Vaticano? Secondo il suo libro E io pago, il Campidoglio perde 400 milioni l’anno tra servizi regalati al Cupolone e tasse non pagate.
L’interlocuzione è aperta, diamo tempo al tempo. Noi siamo determinati.  E anche papa Francesco, quando ha incontrato la nostra sindaca, si è mostrato disponibile. E’ stato lui, del resto, a dire che “Se un convento lavora come un hotel, è giusto che paghi l’Imu come un hotel”.

La Capitale perderebbe altri 200 milioni almeno, ogni anno, per la mala gestio del suo patrimonio immobiliare. Conferma?
Stiamo effettuando un censimento e definendo la strategia per la futura gestione: i primi risultati li avremo entro Natale. Intanto abbiamo già recuperato alcuni immobili che potremo utilizzare per la collettività, e collaboriamo con la magistratura per Affittopoli.

Che cosa farete con gli impianti sportivi regalati ai privati, come Caracalla, in cambio di pochi euro l’anno?
Ci siamo dati un po’ di tempo per aggiornare il quadro di tutti i 162 impianti capitolini e ad agosto abbiamo cominciato a scrivere a concessionari e sub-concessionari per avere contezza del reale flusso di denaro che gira intorno a ogni impianto. Speriamo di portare in cassa soldi freschi già dopo l’estate.

Tornando alla sorpresa di quegli giorni, gli Europei: si farà il nuovo stadio della Roma? Secondo Ignazio Marino porterebbe, solo nella fase di costruzione, “tra 5 e 10mila nuovi posti di lavoro” e soldi dall’estero per “1.300 milioni di euro”.
Non ridurrei la questione “stadio” a delle stime. E’ un progetto urbanistico importante, lo stanno seguendo diversi dipartimenti e assessorati e sta anche per passare in Regione. E con le cifre io sarei sempre cauto: l’Expo doveva creare 190 mila posti di lavoro, ma a conti fatti non ha superato i 20 mila. E tutti temporanei.

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