Napoli è una antichissima capitale europea, con oltre 25 secoli di storia: una bellezza struggente unica al mondo.
In questi ultimi decenni la sua immagine è stata massacrata con le false “emergenze rifiuti urbani” che avevano come unico scopo quello di coprire la malagestione pubblica dei rifiuti urbani e quella privata dei rifiuti speciali prodotti in regime di evasione fiscale (da cui la apparentemente “invincibile” Terra dei Fuochi) .
Un grafico (dedicato a Roma), pubblicato in questi dal Corriere della Sera, ci consente un veloce benchmarking comparativo con Napoli e rende giustizia a decenni di umiliazioni restituendo un minimo di dignità anche alle giunte comunali napoletane, compresa quella di Luigi De Magistris.
Napoli occupa con piena dignità un posto tra le più belle città e capitali europee, ivi inclusi meriti e problemi comuni nella gestione dei rifiuti urbani.
Ricordando che i colori del regno di Spagna derivano da quelli del Comune di Napoli che Carlo III nel settecento porta da Napoli a Madrid, il confronto Napoli vs Madrid per i rifiuti solidi urbani (rsu) attesta che Madrid produce 438 kg/procapite/anno rispetto ai 465 di Napoli (dati Ispra 2015) ma la raccolta differenziata di Madrid si ferma ad un misero 17%, rispetto al tanto vituperato 22% da tempo raggiunto a Napoli pur in assenza di impianti di compostaggio.
Parigi si ferma addirittura al 13% e si “vanta” di incenerire molto con ben tre inceneritori nell’area metropolitana. Napoli in area metropolitana (Acerra!) ha un solo inceneritore ma equivalente a ben 7 inceneritori medi europei ( la cui portata media è 110mila tonn/anno). Acerra oggi incenerisce ben 770mila/tonn/anno. Quindi “brucia” persino più del famoso maxi inceneritore di Parigi di Ivry-sur Seine che non supera le 730mila tonn/anno.
La Campania intera “brucia” il 26% dei propri rsu rispetto al “misero” 20% di Madrid , al 23% di media Ue e al 18 % di media italiana.
Abbiamo quindi una più che sufficiente “potenza” di (tossico) incenerimento ma siamo ancora gravemente carenti di impianti di compostaggio per il rifiuto umido (3% sul totale rsu rispetto al 15 % di media nazionale).
Napoli pertanto è ai primi posti in Europa per capacità di incenerimento procapite/anno di rsu ma nessuno lo dice, anzi, si dice il contrario: perché?
Un benchmarking comparativo (Report Ispra 2015) delle percentuali di raccolta differenziata tra Campania e Veneto aiuta a comprendere altre verità nascoste.
Si evidenza una modesta raccolta differenziata (legale) per alcune peculiari tipologie di materiale in particolare Raee (rifiuti elettronica). I Raee includono i famosi frigoriferi sventrati e bruciati in “raccolta differenziata abusiva” fonte principale di quei Pbde, polibromodifenileteri, contenuti nei circuiti di refrigerazione e che vengono quindi sparsi nei terreni delle discariche abusive campane. Sono i Pbde trovati nel sangue del compianto vigile eroe Michele Liguori morto per colangiocarcinoma epatico oggi patogeneticamente collegato ai Pbde in assenza di virus dell’epatite. Più di diecimila tonn/anno di differenziale solo sui Raee dà una sottostimata idea di quanto viene cosparso e bruciato ogni giorno nelle discariche abusive delle nostre campagne.
Egualmente un differenziale negativo di oltre 35mila tonn/anno di raccolta di metalli dà l’idea di quanto eccessivo “buonismo” ci sia consentendo una raccolta differenziata illegale abusiva di tutti i metalli dai nostri cassonetti a squadre di “disoccupati” che, sventrando tutti i cassonetti ogni giorno a Napoli, fanno “raccolta differenziata abusiva” spinta sino al 95% di tutti i materiali ferrosi che vengono prodotti dai cittadini napoletani. Ogni giorno “squadrette” ben organizzate di addetti abusivi raccolgono meticolosamente , sventrando i cassonetti, tutto quanto viene “rifiutato” dai napoletani, specie materiale ferroso.
Non credo sia da cattolici né da uomini di sinistra consentire ogni giorno tanta illegalità che poi porta ad attribuire inciviltà ad un popolo intero, vittima di una sola grande caratteristica genetica, che non è una malattia, a mio parere, ma una virtù: l’eccesso di tolleranza.
Noi tolleriamo tutto e troppo: dai politici delinquenti ai criminali Che fanno raccolta differenziata spinta ma illegale ogni giorno.
L’inciviltà dei napoletani esiste, ma è luogo comune di facciata, come la pizza e il mandolino, per non affrontare i problemi gestionali veri. Paghiamo da decenni un prezzo altissimo di umiliazione che non meritiamo. Dovunque si è potuto fare, in pochi mesi a Napoli si è superato facilmente il 70% di raccolta differenziata “legale”.
Tutti i dati confermano che a Napoli e in Campania si incenerisce troppo, non ci sono impianti di compostaggio a sufficienza, ma soprattutto non si riesce a comprendere che le leggi o si rispettano e si fanno rispettare da tutti alla stessa maniera (italiani e non) o non riusciremo a sopravvivere nessuno in buona salute e in un ambiente di vita salubre al minimo.
Soprattutto confermano che i veri rifiuti da tempo e oggi del tutto fuori controllo, a Napoli come nel resto di Italia, sono i rifiuti speciali, industriali e tossici di gestione privata. La Campania dichiara ancora zero discariche di rifiuti speciali (il che ci rende migliori persino di Berlino!?). Siamo la prima città europea a zero discariche per rifiuti speciali, industriali e tossici: dai rifiuti dell’edilizia, al micidiale amianto, ai rifiuti ospedalieri radioattivi.
Napule è ‘na lastra ‘e amianto e nisciuno fa l’impianto!