L'ex governatore dell'Emilia Romagna, dalla Festa di Reggio Emilia, parla della necessità per i dem di "avere la forza e il coraggio di affrontare un problema che viene posto da più parti, cioè quello di costruire un diverso equilibrio tra la riforma costituzionale e la legge elettorale"
“Io penso che il Pd debba avere la capacità di ascoltare anche le ragioni del No”. Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia Romagna, parla del referendum di novembre. E insiste sulla necessità di “discutere nel merito e avere la forza e il coraggio di affrontare un problema che viene posto motivatamente da più parti, cioè quello di costruire un diverso equilibrio tra la riforma costituzionale e la legge elettorale“.
Un “problema” che secondo l’ex governatore deve essere risolto “con una iniziativa politica di tutto il partito, per cambiare una legge elettorale che non assicura un risultato adeguato”. Quindi, ha puntualizzato, occorre “stare lontani, anzi lontanissimi dalle battute. Perché le battute fanno male e rischiano di creare delle rotture profonde”.
Il ‘no’ al referendum è stato anche motivo di scontro tra dem e Anpi, che nei giorni scorsi ha minacciato di disertare la Festa di Bologna. L’invito fatto pervenire all’associazione dei partigiani, infatti, era molto chiaro: niente banchetti e volantini contrari alla riforma costituzionale.
Tuttavia, secondo indiscrezioni arrivate dalla sede del Pd bolognese, il Pd avrebbe offerto all’Anpi di organizzare un confronto che veda sul palco un rappresentante dell’associazione che esporrà le ragioni del “no” insieme a un esponente dem che illustri le ragioni del “sì”. “Stiamo cercando una mediazione perché teniamo tantissimo che l’Anpi sia alla Festa dell’Unità come sempre” spiegano dal Pd. Quindi niente volantinaggio e banchetti per il “no” ma un confronto tra le due posizioni. La proposta è attualmente sul tavolo dell’associazione partigiani che la prenderà in considerazione prima di decidere in modo definitivo sulla partecipazione alla kermesse democratica.
L’ipotesi della mancata partecipazione alla festa di Bologna era stato l’ultimo atto di una tensione coi dem avvertita da tempo, dopo le parole della ministra Boschi sui “partigiani veri” e i paragoni con Casapound, e la polemica sull’esclusione dell’Anpi dalle celebrazioni dell’11 agosto, anniversario della liberazione di Firenze dall’occupazione nazifascista.