Dietro agli scontri degli ultimi giorni nella regione nord-orientale siriana di Hasaka ci sono i curdi. E’ quanto sostiene Damasco, che ha accusato “l’ala militare del Pkk”, l’organizzazione curda turca che si batte per l’indipendenza, di essere responsabile degli attacchi degli ultimi giorni, accompagnati da bombardamenti dell’aviazione siriana. E anche il premier turco Binali Yildrim conferma che Damasco comincia a vedere la minoranza come una minaccia e annuncia che Ankara sarà molto più attiva in Siria nei prossimi sei mesi per impedire che il Paese possa essere diviso su basi etniche.

Negli ultimi giorni il regime di Assad ha aperto a sorpresa un nuovo fronte bombardando le milizie curde dell’Ypg che negli ultimi mesi, con l’appoggio aereo della Coalizione, hanno riportato i più importanti successi sul terreno contro l’Isis.

Secondo il sito curdo iracheno Rudaw, i morti a seguito dell’attacco di Hasaka sono stati 14, tra civili e miliziani curdi locali. In un comunicato, il comando delle forze armate siriane afferma che “l’ala armata del Pkk ha aumentato le sue provocazioni a Hasaka, con attacchi a istituzioni, furti di petrolio e cotone, rapimenti di civili pacifici e la diffusione di un clima di caos e instabilità”. Infine, “il Pkk ha messo Hasaka in stato d’assedio e ha bombardato il centro provocando la morte di militari e civili”. Ad Hasaka il territorio è suddiviso tra forze governative siriane e miliziani curdi siriani dell’Ypg, sostenuti dagli Usa e considerati un’affiliazione del Pkk curdo.

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