Attualità

Lou Pearlman, morto il creatore dei Backstreet Boys. Dal 2008 era in carcere per frode

Il manager era malato da ormai qualche anno. Accusato da quasi tutte le sue band di averli truffati, nel 2007 fuggì dagli Stati Uniti dopo aver accumulato 300 milioni di dollari di debiti. Venne arrestato cinque mesi dopo in Indonesia

di F. Q.

E’ morto in un carcere del Texas Lou Pearlman, il creatore dei Backstreet Boys che stava scontando dal 2008 una pena di 25 anni per frode. Aveva 62 anni. La notizia della sua morte è stata diffusa dal Federal Bureau of Prisons. Il manager era malato da qualche anno. Pearlman, conosciuto anche come Big Poppa o Incognito Johnson, stava scontando la sua pena al Correctional Texarkana per aver organizzato una truffa su vasta scala utilizzando lo schema Ponzi, promettendo forti guadagni alle sue vittime che dovevano reclutare altri investitori, anch’essi vittime della truffa. Il manager musicale aveva fondato l’etichetta Trans Continental Records, con la quale aveva lanciato numerose boy band negli anni ’90: i Backstreet Boys, gli N’SYNC (band che rese celebre Justin Timberlake), O-Town, LFO, Take 5, Natural ed US5, il gruppo femminile Innosense e altri artisti come Aaron Carter, Jordan KnightSouthstar e C-Note.

Tutti questi gruppi, tranne gli US5, lo hanno citato in giudizio accusandolo di dichiarazioni false e frode. I casi contro Pearlman sono stati vinti o risolti da accordi stragiudiziali. Le vicende giudiziarie iniziarono quando un componente dei Backstreet Boys, Brian Littrell, andò da Big Poppa per chiedere chiarimenti sui profitti del suo gruppo: fino a quel momento la boy band aveva guadagnato solo 300mila dollari, contro i diversi milioni incassati dall’etichetta discografica. Nel 2006 emersero le truffe portate a segno dal manager, il quale era noto per il suo stile di vita sfrenato. Un amore per il lusso che gli costò 300 milioni di dollari di debiti e che nel 2007 lo costrinse a fuggire dagli Stati Uniti, per poi venire arrestato cinque mesi più tardi in Indonesia.

“Forse non era un impresario modello ma senza di lui non starei facendo quello che amo”, ha twittato Lance Bass degli N’SYNC.

 

 

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