Ahmad al-Faqi al-Mahdi, uno dei leader del movimento islamista Ansar Dine, è accusato dalla Corte penale internazionale dell'Aja di "crimini di guerra " e "distruzione di monumenti religiosi" considerati dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità. La vicenda risale al 2012 ed è la prima volta che un estremista islamico viene giudicato dalla Cpi
Ahmad al-Faqi al-Mahdi, jihadista e uno dei leader del movimento islamista Ansar Dine, è comparso oggi a processo davanti alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja accusato di “crimini di guerra” per “la distruzione di monumenti di carattere storico e religioso” nella città di Timbuktu, in Mali, nel 2012. Le ricchezze archeologiche della città africana sono considerate dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. E’ la prima volta che un detenuto jihadista finisce alla sbarra davanti alla Cpi per rispondere di “crimini di guerra”. Al-Mahdi ha confessato ai giudici di aver partecipato alla distruzione di nove antichi templi e la moschea di Sidi Yeyia: “Con grande rammarico deve presentare la mia colpevolezza. Tutte le accuse che mi si imputano sono precise e corrette”.
Il militante del gruppo estremista Ansar Dine che voleva imporre in Mali la Sharia ha aggiunto di provare “grande dolore” per i fatti commessi e ha chiesto perdono alla popolazione del Mali e alla comunità internazionale. “Spero che la pena che mi si imputa sia sufficiente per ottenere il perdono di tutti coloro che sono stati danneggiati”, ha spiegato. Mahdi rischia, se condannato, una pena sino a 30 anni di carcere, a cui si potrebbero aggiungere multa e confisca di beni. Lo jihadista è stato consegnato alla Corte penale dal governo del Niger, dopo che contro di lui lo stesso tribunale aveva spiccato un mandato di cattura.
Il processo che si è aperto all’Aja per la distruzione dei monumenti storici a Timbuktu durante l’occupazione jihadista nel nord del Mali nel 2012 è “storico” e “un evento importante” in quanto “favorisce la messa in atto dell’Accordo di pace e di riconciliazione” nel Paese. Queste le parole di un portavoce dell’Alto rappresentante della Politica estera Ue Federica Mogherini, ricordando che per l’Unione europea “la cultura non è solamente la base di ogni società ma anche un fattore importante di sviluppo economico e sociale, di riconciliazione e di pace durevole”. E “la riabilitazione e la salvaguardia del patrimonio culturale di Timbuktu fanno parte degli interventi Ue in Mali”.