Lui, docente universitario, aveva emesso una fatwa contro lo scambio parole d'amore su Facebook. Lei, predicatrice, invitava le giovani a non ridere davanti ai maschi. Andranno a processo
E’ uno scandalo senza precedenti quello che ha scosso il Marocco nelle ultime ore. Una coppia di amanti è stata pizzicata dalla polizia di Casablanca in atteggiamenti inequivocabili. A rendere la vicenda particolarmente interessante è l’identità dei due protagonisti: Moulay Omar Benhammad e Fatima Nejjar.
Lui aveva emesso una fatwa sullo “scambio di parole d’amore via Facebook”. Lei aveva supplicato le sue studentesse di non sedersi al posto dei maschi e non ridere davanti a loro, perché le due cose sono “l’inizio della fornicazione“. Parole e moniti che poco si addicono ad una coppia clandestina, abituata a consumare rapporti sessuali in auto, tanto che i due hanno anche cercato di corrompere gli agenti che li hanno sorpresi. Come se non bastasse lo scandalo piomba nel bel mezzo della campagna elettorale marocchina, a poco più di un mese dalle politiche.
Moulay Omar Benhammad, 63 anni, sposato e padre di 7 figli, è docente universitario di studi islamici alla facoltà di Lettere di Rabat. Fatima Nejjar, 62 anni, vedova, 6 figli, è predicatrice molto conosciuta, con un suo seguito anche sul web, perché posta video educativi su YouTube. I due hanno incarichi di grande responsabilità religiosa come vicepresidenti del Mur, Movimento per l’unità e la riforma, associazione di carattere religioso e associativo strettamente legata al Pjd, il partito della giustizia e dello sviluppo del primo ministro Abdellilah Benkirane. Sorpresi in flagrante delitto di adulterio, mentre facevano l’amore nella Mercedes E220 di Benhammad, sono stati fermati e poi rilasciati dopo 24 ore, perché la moglie legittima ha rinunciato a sporgere querela.
Un tentativo di corruzione dei poliziotti, secondo quanto riferiscono i quotidiani in lingua araba, è stato seguito da una giustificazione che nel mondo islamico è ancora più grave: Benhammad avrebbe assicurato che i due sono legati da un “matrimonio consuetudinario”, cioè né religioso, né civile, una pratica diffusa in Africa, legata a riti ancestrali, al di fuori di tutte le norme che regolano l’unione tra uomo e donna. Gli “amanti del Mur“, come li hanno definiti i giornali, andranno a processo il 1 settembre. Il Mur intanto ha sospeso i due dirigenti e in un comunicato ha sottolineato che “respinge totalmente il matrimonio consuetudinario”, pur apprezzando “il contributo dei due in campo educativo e della predicazione”