Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica necessaria nel mondo. Altre considerazioni.
1. La Juve è di un altro pianeta. Sabato ha vinto con agio contro una buona Fiorentina, pur avendo quasi tutti i nuovi acquisti in panchina. Lo scudetto è scontato: si tratta solo di capire con quante giornate di anticipo.
2. Ho visto Juve-Fiorentina con mio padre, stoico tifoso viola. Dopo il gol di Kalinic, ha esultato. Io: “Non esaltarti. Tempo cinque minuti e segna Higuain. E’ scritto”. La notizia non è che io ci abbia preso, quello è normale, ma che mio padre non mi abbia strozzato.
3. Idolo Tatarusanu: ha provato trenta rimesse di piede sbagliandone trentuno. Ogni volta mirava Marcos Alonso e colpiva puntualmente Giano, decimo satellite di Saturno. Vamos.
4. Preziosa sconfitta per De Boer, che ottiene zero punti fondamentali per la conquista di un secondo posto che appare comunque ineluttabile. Ottima la prima di Banega, bene le panchine di Perisic ed #Epicbrozo, sontuoso il contenimento di Medel su Birsa. Le parole a fine match di D’Ambrosio e Handanovic dimostrano poi che l’ambiente è sereno: Inter campione d’Europa e Nagatomo Pallone d’oro. In scioltezza.
5. Lo schema più efficace di De Boer, ispirato al maestro Loew, è stato il 4-4-2 che ha applicato insistentemente su entrambe le cavità nasali, ottenendo con ciò un’efficace marcatura a zona delle narici. Applausi.
6. La Roma vista nel secondo tempo contro l’Udinese è seconda solo alla Juventus. I giallorossi iniziarono bene anche un anno fa: ora sono chiamati alla conferma, senza però smarrirsi anzitempo. Decisiva la gara di domani con il Porto.
7. Passano gli anni, ma l’inno della Serie A resta sempre quella schifezza di Allevi. Cazzo.
8. Attenzione a bastonare troppo il Napoli: il Pescara gioca bene e Oddo è bravo. Farà soffrire molte squadre, soprattutto nel girone di andata. Mertens si lamenta della panchina, ma è un dato di fatto che dia il meglio quando subentra. Bene l’esordio di Milik, ingiusto stroncare Gabbiadini. Insopportabile il silenzio stampa del Napoli. Dopo due giornate il Che Gue Sarri ha quattro punti (con il Milan vittoria agile: due gol di scarto). L’anno scorso partì peggio: animo.
9. Buon Milan nel primo tempo, la mano di Montella si è vista. Poi, dopo il 4-1 mancato da Bacca e il 716esimo infortunio del satanasso Bertolacci, è stata solo gogna. Li ha salvati giusto Donnarumma. Avvilente Montolivo, ridottosi a Desailly debole con una sistematica confusione (e lentezza) in fase di costruzione. Epico il campanile di Luiz Adriano, che invece di allontanare la palla l’ha rilanciata sulla sua area dando il via all’azione che ha portato al rigore del Torino. Emozionante l’intervista finale a Bacca: è in Italia da più di un anno, ma non ha ancora imparato l’italiano. Carlos, non è difficile: c’è riuscito persino Gasparri (più o meno).
10. Impeccabile commento di Caressa a Diretta Gol in merito al rigore/non rigore del Napoli. Nell’ordine: “Sì, è rigore”. Poi: “No, forse no. Poi: “Sì sì, c’è eccome”. Poi il giudice di porta Rocchi cambia idea, e lui: “Eh no, non c’è. Infatti io l’avevo detto” (certo. Lui lo aveva detto). Poi ancora: “Mah”. Quindi: “Secondo me gli arbitri famosi, quando fanno i giudici di porta, fanno più danni che altro”. Infine: “Abbiamo risolto, l’arbitro ha fischiato carica al portiere, me lo ha detto Luca Marchegiani”. Daje Fabio.
10 bis. Sono anni che sento dire che Marchetti è uno dei portieri più forti di Italia, eppure ogni volta che lo vedo fa una o due minchiate a partita. Che sia io a portargli sfiga?
P.S. Forse Tatarusanu non puntava né Marcos Alonso né Giano, ma Nardella in tribuna. Vuoi per lanciarlo sulla fascia e vuoi per abbatterlo. Nel secondo caso, tenderei a riabilitarlo.