L'opera si trovava in un quartiere di Cheltenham, in Gran Bretagna e raffigurava tre agenti segreti che spiavano le conversazioni attorno a una cabina telefonica: era stata dedicata a Edward Snowden
Il murales “Spy Booth” (La cabina spia) di Banksy, valutato oltre un milione di euro, è stato distrutto durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio sul quale si trovava. Trattandosi di un’opera tutelata e che dunque non poteva essere demolita, il deputato Alex Chalk ha aperto un’inchiesta. L’opera era stata realizzata sul muro di un’abitazione privata a Cheltenham, in Gran Bretagna, nell’aprile del 2014: tre agenti segreti raffigurati attorno a una cabina telefonica. Il luogo scelto dall’artista non era casuale: in quel quartiere si trova infatti l’agenzia del governo per le Comunicazioni che è coinvolta nelle attività di spionaggio della National security agency americana. Le operazioni di spionaggio erano state denunciate da Edward Snowden e proprio a lui era dedicata l’opera di Banksy. Il murales, secondo il comune di Cheltenham, era da ristrutturare, ma sicuramente non era in condizioni così precarie da essere rimosso.