Il governo torna a bussare alla porta della Cassa depositi e prestiti in vista di un programma di rivalutazione energetica e ristrutturazione dei grandi condomini nelle periferie da inserire nella prossima legge di Bilancio (nuovo nome della Stabilità). Stando alle anticipazioni di Public Policy, il progetto è nato da una proposta dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e prevede che l’ecobonus del 65% già in vigore per le riqualificazioni energetiche (sostituzione di finestre e caldaie, installazione di pannelli solari, isolamento), ma a cui oggi hanno accesso solo i singoli proprietari, sia esteso ai condomini. E che ad anticipare i soldi per i lavori sia un fondo da 4-5 miliardi costituito dalla solita Cdp insieme a “soggetti privati come banche e operatori di settore”.
Il fondo riavrebbe indietro in 10 anni il 65% dell’investimento attraverso il bonus Irpef e in più sarebbe in parte rimborsato con una quota minore a carico degli inquilini del palazzo, pagabile a rate – attraverso la bolletta come il canone Rai – su un orizzonte decennale. Grazie ai lavori di efficientamento energetico la bolletta dovrebbe risultare sarebbe comunque ridotta. Stando alle stime Enea, a fronte di un costo di 200mila euro a palazzo il risparmio energetico ottenibile da ogni condomino può arrivare al 65-70%. Questo ipotizzando di creare intorno a ogni palazzo una sorta di “cappotto” di intonaco prefabbricato con cui si rafforza la struttura e far passare nell’intercapedine tra nuova e vecchia facciata tubi e fili, rifacendo così anche gli impianti. Sul tetto verrebbero poi installati pannelli solari.
Il piano è stato fatto proprio dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dal viceministro dell’Economia Enrico Morando: l’esecutivo ha del resto tutto l’interesse a lanciare iniziative a favore di quelle periferie in cui il Movimento 5 Stelle ha incassato un notevole successo alle amministrative di giugno. Morando a giugno, commentando la proposta illustrata al ministero dello Sviluppo economico dal presidente dell’Enea Federico Testa, aveva spiegato che “nei grandi palazzi delle periferie, dove vivono 40-50 famiglie, è difficile mettere tutti d’accordo per affrontare un intervento di ristrutturazione o di efficienza importante. E poi quelle famiglie hanno magari redditi così bassi che non sono in grado di contenere le detrazioni pubbliche”. Infatti gli incapienti, cioè persone che avendo un reddito inferiore agli 8mila euro annui, non sono tenute a presentare la dichiarazione ai fini Irpef e quindi non possono usufruire dell’ecobonus, visto che si tratta appunto di una detrazione sulle tasse.