“I rom non sono capaci di vivere tra le persone. Sono animali e si comportano da animali”. Un’affermazione degna di un Cavaliere. Se sei in Ungheria. Il primo ministro Viktor Orban ha infatti insignito Zsolt Bayer della seconda più alta onorificenza magiara, l’Ordine al Merito della Croce di Cavaliere. Motivazione, riportata dalla gazzetta ufficiale Magyar Kozlony: “Per il suo esemplare lavoro giornalistico”. Bayer è un esponente del partito di governo, Fidesz, e uno stretto alleato del presidente, noto per le sue affermazioni contro immigrati, ebrei, rom, da lui definiti “animali distruttivi” e tendenzialmente contro chiunque non gli vada a genio.
Alla notizia della premiazione di Bayer, 50 personalità appartenenti all’ordine cavalleresco hanno annunciato di voler restituire il titolo. Andres Heisler, capo della Federazione delle Comunità Ebraiche in Ungheria ha detto di “non voler essere nella stessa comunità di una persona razzista, antisemita e la cui messa in mostra di un odio ardente nei confronti dei Rom sta contaminando l’Ungheria”. Il partito socialista, all’opposizione, ha definito la nomina di Bayer “una vergogna” e altri due partiti di opposizione hanno chiesto che l’onorificenza venga immediatamente revocata. “Davvero non capisco come certe persone possano essere così imprigionate nel loro chiuso, piccolo e triste mondo” ha risposto Bayer alle polemiche sulla sua nomina.
“Un escremento puzzolente chiamato qualcosa come Cohen da qualche parte in Inghilterra, scrive che ‘un cattivo odore soffia’ dall’Ungheria”. Così il neo-Cavaliere aveva invece risposto ad alcuni articoli apparsi sulla stampa internazionale, e sul quotidiano social-democratico Népszava, firmati dall’esponente dei Verdi francesi Daniel Cohn-Bendit e del noto pianista di origini ungheresi Andràs Schiff, entrambi ebrei, che chiedevano libertà d’informazione in Ungheria. Per Bayer era una polemica “senza senso”. “Purtroppo, non sono stati tutti sepolti fino al collo nella foresta di Orgovány” scriveva in chiusura, alludendo a un’uccisione di massa di sospetti comunisti, di cui molti ebrei, avvenuta nel 1919 nella foresta situata nel cuore del paese.
Sui migranti, Bayer ha invece scritto che “tutti i ragazzi rifugiati oltre i 14 anni sono potenziali terroristi“. In uno Stato che alza muri alle frontiere con Serbia, Croazia e Slovenia lunghi decine di chilometri e che ha indetto un referendum, previsto per il 2 ottobre, per respingere il piano europeo che ridistribuisce i migranti, giunti in altri paesi dell’Ue, in base ad un sistema di quote, non poteva che essere considerato un motivo di lode.