La 30enne ha raccontato che durante il turno di notte i ragazzi l’hanno attirata con una scusa nella stanza di uno di loro e hanno iniziato a insultarla e minacciarla, cercando di spogliarla dopo averla immobilizzata. L'episodio è avvenuto in una comunità per giovani disagiati nel Varesotto
Ha raccontato di essere stata sequestrata e violentata per tutta la notte. Per questo quattro minorenni sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di un’educatrice di 30 anni di una comunità di Busto Arsizio, in provincia di Varese.
L’episodio è avvenuto lo scorso 17 maggio e denunciato dalla donna due settimane dopo. Secondo le ricostruzioni i ragazzi, che avrebbero gravi problemi comportamentali in alcuni casi anche di natura sessuale, l’hanno attirata con una scusa nella stanza di uno di loro e avrebbero iniziato a insultarla e minacciarla, cercando di spogliarla dopo averla immobilizzata. Per impedirle di chiamare i soccorsi i minorenni le hanno sottratto il telefono cellulare. La donna è riuscita a liberarsi e a uscire dalla stanza rimanendo però in balia dei ragazzi fino alle 6, quando è iniziato il turno di un altro educatore. Nel corso della notte i 4 minorenni l’avrebbero anche picchiata con un bastone, gettandole sul volto urine raccolte in un contenitore e minacciandola con dei coltelli presi dalla cucina nel tentativo di convincerla a non sporgere denuncia.
Nella comunità, dove sono ospitati solo minorenni di sesso maschile, erano presenti anche altri ragazzi, che non avrebbero avuto un ruolo delle violenze. Sotto choc per gli abusi subiti, nelle ore successive l’educatrice non ha sporto denuncia anche perché, secondo quanto è stato raccontato dagli investigatori, “si sentiva in colpa” e “non all’altezza delle sue responsabilità” per non essere stata in grado di fare fronte alla situazione mentre si trovava, per la prima volta, da sola in comunità nel turno di notte.
Supportata dai responsabili della struttura, che hanno offerto “massima collaborazione” agli agenti, alcuni giorni dopo ha deciso di rivolgersi alla polizia che ha avviato le indagini coordinate dalla Procura per i minorenni di Milano. Gli abusi sono stati ripresi in parte delle telecamere installate negli spazi comuni della struttura che i ragazzi, completamente nudi, avevano anche cercato maldestramente di coprire per evitare conseguenze. Nelle ore successive alle violenze avrebbero cercato di convincere l’educatrice a non sporgere denuncia minimizzando l’accaduto, sostenendo che si era trattato “solo di scherzi pesanti”.
Attraverso le analisi dei filmati e il racconto dell’educatrice, che ha riportato alcune lievi lesioni medicate in ospedale, gli agenti hanno ricostruito gli episodi. I quattro ragazzi coinvolti provengono da famiglie disagiate e, in passato, si sarebbero già resi responsabili di infrazioni all’interno della comunità, con un comportamento aggressivo e dimostrando una “totale incapacità nel rispettare le regole”. Nei confronti dei due ragazzi ritenuti più violenti, un 14enne italiano e un 15enne rom, è stata disposta la misura della custodia cautelare nel carcere minorile Beccaria di Milano. Per gli altri ragazzi, entrambi italiani, è stato disposto il collocamento in due diverse comunità.