Collegare, come ha annunciato il ministro Costa, il bonus figli all’età della madre – concedendolo solo se questa è under 30 – sarebbe un errore. Bisogna invece mettere al centro caratteristiche del bambino ed equità di genere.
di Francesco Billari (Fonte: lavoce.info)
La situazione delle famiglie con figli in Italia è chiaramente problematica, e i livelli di fecondità ne sono un sintomo inequivocabile. Tuttavia, varare un bonus per le nascite collegato all’età della madre, come annunciato dal ministro con delega alla famiglia Enrico Costa, sarebbe sbagliato. Per tre motivi.
Al centro l’età del bambino
Primo, le misure di sostegno alle famiglie con figli sono efficaci quando sono stabili nel corso della crescita del bambino, idealmente seguendolo fino alla maggiore età. Questo accade nei sistemi di welfare più amichevoli nei confronti delle famiglie, nei paesi nordici e in Francia, ma anche in quelli, come la Germania, dove gli sforzi sono più recenti. Quello che dovrebbe contare veramente è l’età del figlio o della figlia (ad esempio, da 0 a 18 anni) e non l’età della madre (o del padre). Il sostegno dovrebbe essere infatti mirato ai bambini (e quindi legato alle loro caratteristiche) e non ai genitori. Ogni nuova misura andrebbe dunque valutata nell’ottica dei figli.
Il rischio delle soglie soggettive
Secondo, in questo caso non vi è nessun motivo di sostanza per introdurre delle soglie di età che sono soggettive e portano a distinzioni nette tra chi è appena al di sotto della soglia e chi è appena al di sopra. Ad esempio, si rischia di incentivare parti cesarei mirati ad evitare che la madre compia trent’anni. Anche se, come mostrano le ricerche, le età “tonde” come i 30 anni hanno spesso un significato sociale, dal punto di vista biologico esse non hanno infatti un significato fondamentale. Nessuna età tonda rappresenta una discontinuità nei rischi né per la salute della madre né per quella dei figli. Inoltre, non è affatto scontato che avere una madre ultratrentenne sia peggio per il bambino.
Ci vuole più equità di genere
Terzo, legare le misure alle caratteristiche delle madri ha l’indubbio vantaggio della semplicità, ma ha l’effetto indesiderato di distogliere l’attenzione dal ruolo dei padri. Le ricerche sul tema sono ormai concordi: l’equità di genere è un elemento essenziale per la ripresa della fecondità. Ogni nuova misura andrebbe dunque valutata nell’ottica di incentivare una maggiore equità di genere e un ruolo attivo dei padri.
Un segnale nella giusta direzione
L’idea del ministro Costa di riunire le misure relative alle famiglie in un testo unico è ottima. Andare verso una maggiore chiarezza e semplicità delle misure di sostegno la direzione giusta. Meglio però non introdurre nelle politiche soglie arbitrarie legate all’età della madre.
Lavoce.info
Watchdog della politica economica italiana
Economia & Lobby - 24 Agosto 2016
Incentivi solo alle madri under 30? Sbagliato e arbitrario
Collegare, come ha annunciato il ministro Costa, il bonus figli all’età della madre – concedendolo solo se questa è under 30 – sarebbe un errore. Bisogna invece mettere al centro caratteristiche del bambino ed equità di genere.
di Francesco Billari (Fonte: lavoce.info)
La situazione delle famiglie con figli in Italia è chiaramente problematica, e i livelli di fecondità ne sono un sintomo inequivocabile. Tuttavia, varare un bonus per le nascite collegato all’età della madre, come annunciato dal ministro con delega alla famiglia Enrico Costa, sarebbe sbagliato. Per tre motivi.
Al centro l’età del bambino
Primo, le misure di sostegno alle famiglie con figli sono efficaci quando sono stabili nel corso della crescita del bambino, idealmente seguendolo fino alla maggiore età. Questo accade nei sistemi di welfare più amichevoli nei confronti delle famiglie, nei paesi nordici e in Francia, ma anche in quelli, come la Germania, dove gli sforzi sono più recenti. Quello che dovrebbe contare veramente è l’età del figlio o della figlia (ad esempio, da 0 a 18 anni) e non l’età della madre (o del padre). Il sostegno dovrebbe essere infatti mirato ai bambini (e quindi legato alle loro caratteristiche) e non ai genitori. Ogni nuova misura andrebbe dunque valutata nell’ottica dei figli.
Il rischio delle soglie soggettive
Secondo, in questo caso non vi è nessun motivo di sostanza per introdurre delle soglie di età che sono soggettive e portano a distinzioni nette tra chi è appena al di sotto della soglia e chi è appena al di sopra. Ad esempio, si rischia di incentivare parti cesarei mirati ad evitare che la madre compia trent’anni. Anche se, come mostrano le ricerche, le età “tonde” come i 30 anni hanno spesso un significato sociale, dal punto di vista biologico esse non hanno infatti un significato fondamentale. Nessuna età tonda rappresenta una discontinuità nei rischi né per la salute della madre né per quella dei figli. Inoltre, non è affatto scontato che avere una madre ultratrentenne sia peggio per il bambino.
Ci vuole più equità di genere
Terzo, legare le misure alle caratteristiche delle madri ha l’indubbio vantaggio della semplicità, ma ha l’effetto indesiderato di distogliere l’attenzione dal ruolo dei padri. Le ricerche sul tema sono ormai concordi: l’equità di genere è un elemento essenziale per la ripresa della fecondità. Ogni nuova misura andrebbe dunque valutata nell’ottica di incentivare una maggiore equità di genere e un ruolo attivo dei padri.
Un segnale nella giusta direzione
L’idea del ministro Costa di riunire le misure relative alle famiglie in un testo unico è ottima. Andare verso una maggiore chiarezza e semplicità delle misure di sostegno la direzione giusta. Meglio però non introdurre nelle politiche soglie arbitrarie legate all’età della madre.
Articolo Precedente
Investimenti Ryanair? Pagano Stato e passeggeri
Articolo Successivo
Espropri per pubblica utilità: Giovanni, 77 anni, allevatore, vs mega impianto solare
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Uscita dall’Oms, amnistia per il 6 gennaio, migranti: i primi 50 ordini esecutivi di Trump. Il presidente Usa caccia via social quattro funzionari. “Poi altri 1000”
Mondo
Polemiche per il braccio teso di Elon Musk. Lui replica: “Sporchi trucchi, potete fare meglio” – Video
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
Meloni a Washington, ma niente bilaterale col presidente Usa. Solo un breve saluto (e paura dei dazi)
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Il Jobs Act è una legge che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato, e che ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Quanto al referendum sull’autonomia, accettiamo il verdetto della Consulta che dopo la precedente pronuncia sulla legge Calderoli appariva pressoché scontata. Ogni modifica sull’autonomia differenziata passerà dal Parlamento, e lì ci faremo trovare pronti e determinati".
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Le mie più sentite congratulazioni al presidente Trump per l’inizio del suo secondo mandato. Il popolo americano ha fatto una scelta chiara, che riflette l’impegno per la crescita economica, la sicurezza e la sovranità nazionale”. Lo scrive su X il Co-Presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini dí Fratelli d’Italia.
“Noi dell'Ecr condividiamo molte delle priorità delineate dal presidente Trump: contrastare l'immigrazione clandestina, garantire comunità più sicure, tagliare le tasse e la burocrazia e ripristinare la competitività economica. Queste non sono solo priorità americane, ma anche europee”.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”. Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - “Sul referendum sulla cittadinanza daremo battaglia nel nome dell’estensione dei diritti e per superare una legislazione particolarmente arretrata. Si tratta di un referendum promosso da un vasto arco di soggetti, tra cui numerose associazioni dei nuovi cittadini, persone a cui per troppo tempo è stata tolta la voce. Lotteremo al loro fianco”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Immigrazione.
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Non è stato un blitz come quello di Mar a lago, rivelatosi determinante per la liberazione di Cecilia Sala, ma una intera giornata quella che Giorgia Meloni ha dedicato, per la seconda volta in un mese, a Donald Trump. La premier non è voluta mancare all'inauguration day del presidente americano, sottolineando quanto sia importante "dare una testimonianza della volontà di continuare e rafforzare" la relazione Italia-Usa.
E questa "testimonianza" la premier l'ha data plasticamente già di primo mattino, quando insieme alla famiglia Trump, a quella del vice presidente Vance e pochi altri, ha preso parte alla messa di 'benedizione' del neo commander in chief alla chiesa episcopale di st John, proprio di fronte alla Casa Bianca. Poi il trasferimento alla Rotonda del Campidoglio, a Capitol hill, per il giuramento spostato al chiuso a causa dell'ondata di gelo che ha stretto Washington. Con lei, oltre ai diplomatici, la fida Patrizia Scurti in delegazione.
Meloni siede sotto lo sguardo della statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo invitati da Trump. Una sparuta elite che comprende la presidente del Consiglio (unica leader Ue) e, tra i pochi altri, il presidente argentino Javier Milei, con cui Meloni chiacchiera a lungo inquadrati più volte dalle telecamere di Fox news, che non ha perso una battuta della giornata-evento.
(Adnkronos) - A pochi passi, i 'big tech Ceo' che Trump ha voluto come ospiti vip della cerimonia e che l'hanno sostenuto nel suo cammino di ritorno alla sala ovale: Tim Cook, Jeff Bezos, Sandor Picahi, Sam Altman, Mark Zuckenberg e ovviamente Elon Musk. Sui social, è il capo delegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento Carlo Fidanza, a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani ospiti dei Repubblicani Usa, a dare il senso politico della 'foto di Capitol hill' della Meloni: "La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa".
Nella sua valutazione del Trump day, Meloni al mattino è più ecumenica: "Penso sia molto, molto importante per una nazione come l’Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare e se mai rafforzare quella relazione in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse", spiega prima di lasciare l'albergo.
Più tardi su X augura buon lavoro a Trump e assicura: "Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa", per poi sottolineare: "L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
(Adnkronos) - Per il ministro dell'Ue Tommaso Foti, la missione di Meloni a Washington "conferma il ruolo cruciale che, nel prossimo futuro, la nostra Nazione intende giocare nelle relazioni transatlantiche, ponendosi come ponte strategico tra Europa e America".
In questo contesto, e anche per il rigido protocollo che governa l'insediamento del presidente americano, si stempera anche l'attesa per un faccia a faccia Meloni-Trump, prima auspicato e poi annunciato alla vigilia anche da Fidanza. "Non era previsto, non era il contesto e non ci sarà problema a farlo in futuro", è il senso del ragionamento dell'entourage della premier. Così, direttamente lasciando ad un certo punto le lunghe celebrazioni, Meloni può salutare e tornare subito in Italia.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La decisione della Consulta che ha sancito l’ inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!”. Lo dichiara il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega Salvini Premier, senatore Massimiliano Romeo.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Corte Costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’autonomia, perché ‘l’oggetto e la finalità del quesito sono poco chiari’, ha bocciato l’opposizione. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da una sinistra incapace anche di scrivere i quesiti da sottoporre ai cittadini per una consultazione popolare? Per quanto ci riguarda, noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia”. Così la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.