Un uomo si è fatto esplodere con un'autobomba all'ingresso del campus. Il portavoce della polizia locale: "Abbiamo ucciso tre attentatori". Il presidente afghano Ashraf Ghani: "E' un tentativo vigliacco di impedire il progresso e lo sviluppo del Paese". "L'assalto è di un commando proveniente dal Pakistan"
Il numero delle vittime provocate dall‘attacco contro l’Università statunitense di Kabul di ieri è salito a 16 morti e almeno 40 persone sono rimaste ferite negli scontri a fuoco. Il 24 agosto un attentatore suicida ha fatto esplodere un’autobomba contro il muro del campus americano per sfondare l’ingresso della struttura. Altri terroristi che facevano parte del gruppo armato hanno sparato sugli studenti rimasti intrappolati all’interno dell’ateneo. “Sette studenti, tre poliziotti, due guardie dell’università, una guardia di un edificio adiacente usato dagli attentatori per penetrare nell’università e tre degli attentatori sono stati uccisi”, ha riferito stamattina il portavoce della polizia della capitale afghana, Basir Mujahid. Non c’è stata per ora alcuna rivendicazione dell’attacco, durato per diverse ore perché le forze di sicurezza locali sono riuscite a entrare nel campus, dove si trovavano circa 700 studenti, molto lentamente. Elizabeth Trudeau, portavoce del Dipartimento Stato americano, ha spiegato che personale della Nato ha fornito assistenza alle forze afghane nell’operazione, senza tuttavia svolgere un “ruolo operativo”.
Kamikaze si è fatto esplodere con autobomba all’ingresso – L’attacco è durato undici ore. E’ iniziato ieri verso le 19 locali al campus e si è concluso alle 6 di oggi. Il capo della brigata criminale della polizia di Kabul, Faridoon Obidi, ha sottolineato che nel loro intervento le forze di sicurezza afghane hanno tratto in salvo circa settecento studenti, decine di professori ed impiegati. Alcuni insegnati e studenti, ha aggiunto, hanno riportato ferite dovute a schegge di vetro. Obidi ha poi chiarito che, a parte il kamikaze che si è fatto esplodere su un veicolo all’entrata della struttura, altri militanti sono stati uccisi dalle forze speciali. L’ufficiale non ha però potuto escludere che qualche altro membro del commando possa essere fuggito dopo l’attacco. Tra gli studenti che erano rimasti bloccati dentro il campus universitario durante l’assalto, vi era anche il fotografo afghano e premio Pulitzer Massoud Husseini che era riuscito a inviare un messaggio d’aiuto su Twitter. Husseini è poi riuscito a fuggire dall’ateneo, senza essere ferito, da un’uscita di emergenza insieme ad altri studenti.
Attack on American University in Afghanistan leaves 7 dead (from @AP) https://t.co/7PEZdA2KA9
— Massoud Hossaini (@Massoud151) 25 agosto 2016
“Tentativo di impedire il progresso dell’Afghanistan” – Queste le parole pronunciate dal presidente dello stato asiatico Ashraf Ghani che ha definito l’attacco “un’azione vigliacca contro lo sviluppo del Paese”. In un comunicato diffuso oggi dal suo ufficio stampa il Capo dello Stato ha aggiunto che realizzando ogni tipo di attentato “i gruppi terroristici (…) vogliono anche ostacolare il rafforzamento dei valori in cui gli afghani credono per raggiungere progresso, prosperità e benessere di un dignitoso Afghanistan”. L’attacco a istituzioni educative ed a luoghi pubblici colpendo i civili, ha concluso Ghani, “non solo non riuscirà a scuotere la nostra determinazione, ma la rafforzerà nell’intenzione di combattere e sradicare il terrore”.
“L’attacco è di un commando proveniente dal Pakistan” – I servizi di intelligence afghani (Nds) ritengono che l’assalto kamikaze sia stato organizzato “oltre la Durand Line“, cioè in Pakistan. La notizia è stata confermata nel pomeriggio dal presidente della Repubblica afghana. In un comunicato sulle drammatiche undici ore in cui un gruppo armato ha resistito alle forze di sicurezza locali, Ghani ha precisato che in una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale è emerso che le tracce lasciate dagli aggressori hanno portato i servizi segreti a “ritenere che l’attacco è stato organizzato ed orchestrato dall’altro lato della Durand Line”. Durante il meeting il Capo dello Stato ha parlato per telefono con il comandante dell’esercito pachistano, generale Raheel Sharif, chiedendogli di adottare “serie e concrete misure contro i terroristi responsabili”.