Se da un lato i social sono stati utilissimi per informare e lanciare appelli vitali, dall'altro hanno fatto da cassa di risonanza ai peggiori istinti (e slanci da sciacallo) della parte peggiore degli utenti. Il gruppo estremista e integralista cattolico di Militia Christi, su Twitter, prima accomunava terremoto e unioni civili tra persone dello stesso stesso, e poi cancellava frettolosamente il cinguettio e negava persino di averlo scritto
“Ma è stata inventata ad Amatrice la famosa Amatriciana?”, chiede su Facebook, poche ore dopo il terribile terremoto che ha provocato centinaia di morti, l’ex pasionaria Alitalia e poi concorrente del Grande Fratello Daniela Martani. Un commentatore conferma e lei, senza battere ciglio, chiosa così: “E vabbè ma allora è karma”. È solo uno dei tanti episodi incredibili che hanno caratterizzato la giornata di ieri sui social network, con centinaia di commentatori che eufemisticamente potremmo definire bislacchi che hanno pensato bene di far sapere al mondo le loro astruse teorie sul sisma che ha colpito l’Italia centrale.
Daniela Martani, dopo essere stata oggetto di sfottò e insulti per ore, ha poi negato di aver mai scritto quelle frasi, prendendosela con un non meglio precisato hacker che avrebbe utilizzato il suo profilo. È la solita storia delle castronerie “a mia insaputa”, giustificazione senza vergogna buona per tutte le stagioni e tutti gli ambiti, dalla politica a Facebook, quando ci si rende conto di averla fatta grossa e non si sa come uscirne. Stessa strategia usata dal gruppo
Stessa strategia usata dal gruppo estremista e integralista cattolico di Militia Christi che su Twitter prima accomunava terremoto e unioni civili tra persone dello stesso stesso, e poi cancellava frettolosamente il cinguettio e negava persino di averlo scritto. “La tragedia del terremoto ci interroghi sui nostri peccati e sull’abominio delle unioni civili”, recitava l’apocalittico tweet. E ogni commento è chiaramente superfluo.
Un’altra categoria di fenomeni da social che ieri è stata sugli scudi è quella di chi è alla disperata ricerca di visibilità, incurante della tragedia che si stava consumando. È il caso, per esempio, della showgirl Federica Torti che ha pensato bene di pubblicare su Facebook una sua foto posata, sensualmente appoggiata a un portone, con trucco e parrucco annessi, corredata dal seguente testo: “Quando ti sorprende un terremoto di magnitudo 6.0 se sei in luogo chiuso cerca riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi). Ti può proteggere da eventuali crolli. Di fronte alla catastrofe avvenuta questa notte nel Centro Italia esprimo tutto il mio dolore e solidarietà, ho pensato se fossi stata lì come mi sarei comportata e cosa avrei potuto fare… poco sicuramente ma meglio di niente”. E poi, alla fine, il colpo di genio: il tag al fotografo autore dello scatto. Anche in questo caso, ovviamente, tempesta di commenti negativi, di sfottò e insulti, tanto che la giovane showgirl ha pensato bene di eliminare il post incriminato. Inutilmente, però, visto che nel frattempo gli screenshot avevano reso immortale l’epic fail.
Altro soggettone alla ricerca di 15 secondi (15 minuti sarebbero francamente troppi) di notorietà è stato Simone Coccia Colaiuta, noto alle cronache come prestante fidanzato della senatrice Stefania Pezzopane. Coccia Colaiuta è aquilano, dunque ha giocato il macabro jolly: si è messo subito in cammino verso Amatrice per rendersi utile e, una volta giunto nella martoriata cittadina laziale, ha scattato un selfie accanto alle macerie e lo ha postato sui social. Apriti cielo: voglia disinteressata di aiutare o operazione di sciacallaggio mediatico? Di sicuro l’aspirante attore avrebbe potuto dare una mano senza pubblicare un selfie tra le case distrutte.
Ma la giornata di ieri non ha visto solo le mirabolanti gesta social di alcuni vip di seconda o terza fila. Anche nel mondo dell’informazione si sono verificati episodi non certo edificanti. Uno su tutti: nella mattinata di mercoledì, L’Huffington Post ha pubblicato su Facebook il link a un pezzo che sottolineava le coincidenze con il terremoto aquilano del 2009. Sotto il titolo “Quell’ora maledetta e quel ritorno all’incubo di sette anni fa”, si leggeva questo incredibile incipit: “A” come il mese di aprile e “A” come il mese di agosto, “T” come terremoto e come le tre…”. Roba da Mistero, il complottardo programma trash-cult di Italia1, roba che ci si aspetta da Adam Kadmon, non certo dalla versione italiana di un sito di informazione famoso in tutto il mondo.
Non potevano mancare, poi, le teorie complottiste di ogni genere e forma: da chi dichiarava senza dubbio alcuno che si è trattato di un terremoto indotto chissà da chi e chissà perché, a chi ribadiva la connessione certa e sicura tra sisma e peccati di una umanità perduta.
“Grazie” a chi ha voluto esternare psicosi da teorie della cospirazione, vippetti alla ricerca di visibilità e giornali affetti da “studioapertite” acuta, la già difficile e dolorosa giornata di ieri è diventata, almeno sui social network, insostenibile. E se da un lato i social sono stati utilissimi per informare e lanciare appelli vitali, dall’altro hanno fatto da cassa di risonanza ai peggiori istinti (e slanci da sciacallo) della parte peggiore degli utenti.