Quella della riunione a Ventotene sulla nave da guerra Garibaldi è più che altro l’ennesima pensata pubblicitaria di Matteo Renzi, intento a trovare il modo di distogliere l’attenzione popolare dal referendum costituzionale che con ogni probabilità lo vedrà soccombere a novembre o quando sarà, e a giustificare l’indebita permanenza a Palazzo Chigi anche dopo questo inevitabile evento. Analoghi moventi spingono del resto anche gli altri due compari (Merkel e Hollande), anche loro alle prese con delicate scadenze elettorali nel prossimo futuro. Spese inutili, retorica a flutti, sostanza zero.
Innanzitutto i tre pataccari ci devono spiegare che cosa c’entrano loro con il Manifesto di Ventotene e le persone degnissime, martiri antifascisti come Colorni e Spinelli, che lo redassero tra il 1941 e il 1944. Questi volevano uscire dal fascismo e dalla guerra e hanno dato vita per questo fine, quelli ci hanno fatto rientrare nella guerra (sul territorio altrui ma anche sul nostro con gli attentati terroristici) e alimentano il fascismo più becero con le loro politiche dissennate.
Certo non si può pretendere che Renzi & co. abbiano letto il Manifesto di Ventotene, magari capendo di che si tratta. Basti citare la seguente frase :”Il principio veramente fondamentale del socialismo, e di cui quello della collettivizzazione generale non è stato che una affrettata ed erronea deduzione, è quello secondo il quale le forze economiche non debbono dominare gli uomini, ma — come avviene per forze naturali — essere da loro sottomesse, guidate, controllate nel modo più razionale, affinché le grandi masse non ne siano vittime”.
Questi signori che stanno portando l’Europa nel baratro, invece, hanno dato spazio alle “forze economiche” (molto più forti, organizzate e pericolose oggi che non ai tempi del Manifesto), consegnandone le redini alle lobby di cui sono le marionette e applicando sempre e comunque un becero neoliberismo al confronto del quale gli Stati Uniti di Obama sembrano molto più avanzati. I risultati del resto sono sotto gli occhi di tutti: disoccupazione dilagante, specie fra i giovani, crisi dello Stato sociale che pure rappresentava una conquista importante dell’Europa, privatizzazioni, servitù totale nei confronti della finanza parassitaria, ecc.
Politiche dissennate riconfermate in tutto e per tutto dall’inutile riunione di Ventotene. La Merkel, che è la vera padrona del baraccone e non fa nulla che non le sia suggerito dalla potentissima lobby finanziaria tedesca e dai milioni di piccoli e medi risparmiatori, le cui rendite parassitarie deve tutelare a ogni costo, ha detto chiaramente una serie di cose, che solo i media italiani assserviti fino al midollo non hanno saputo o voluto cogliere. In primo luogo, della “flessibilità” chiesta in modo supplichevole da Renzi per avere qualche miliardo di euro in più da utilizzare per arrivare in migliore forma elettorale al referendum, non si parla, dato che essa è già prevista. Peraltro andrebbe aggiunto che non già di “flessibilità” ci sarebbe bisogno ma di un completo rovesciamento delle politiche economiche deflattive e recessive perseguite dall’Unione europea per i motivi accennati.
Per quanto riguarda i migranti la stessa Merkel, con ostinazione davvero diabolica e suicida, continua a proporre il fallimentare accordo con Erdogan. La guerra infine, sembra essere la vera e propria novità del momento. Approfittando anche del Brexit si vorrebbe finalmente mettere in cantiere una forza militare europea. Ma quali finalità avrebbe tale forza? Sarebbe, come ovvio, subordinata alla Nato e quindi a che servirebbe? Perché non si comincia molto più modestamente a mettere in atto effettivamente e non solo a parole, la cooperazione fra i servizi di informazione che risulta indispensabile per un’efficace lotta al terrorismo ed è ancora molto lontana?
La verità è che la foglia di fico di Ventotene non nasconde una realtà che è sotto gli occhi di tutti. L’Europa è alla frutta proprio per effetto della sua inadeguata classe dirigente che non esprime alcun progetto politico autonomo ma si limita a fare da portavoce ai poteri forti. Anche l’euro si è rivelato esclusivamente uno strumento di asservimento del resto dell’Europa alla Germania, come spiegato da ultimo con molta chiarezza da un economista actuo e intelligente come Stieglitz.
Se vogliamo salvare l’idea dell’Europa per la quale diedero la vita Colorni e tanti resistenti antifascisti e antinazisti dobbiamo liberarci dei pataccari e rilanciare un progetto completamente antagonista basato sui diritti dei popoli e non sugli interessi della finanza. Una prima occasione l’abbiamo in Italia con il referendum costituzionale che dovrà vedere sommerso dai “No” il pataccaro padrone di casa. Unica possibilità per liberarcene allontanando al tempo stesso i fantasmi della destra razzista.