Due fascicoli aperti dalle procure di Rieti e Ascoli. "C'è la responsabilità della natura e della faglia che si muove, e c'è la responsabilità degli individui. È quella che stiamo cercando di ricostruire", ha detto il procuratore laziale Giuseppe Saieva. Gli investigatori dovranno anche vigilare anche sui lavori di ricostruzione
I materiali e le procedure. La sabbia, il cemento, i mattoni, ma anche le autorizzazioni. In una frase: verificare come sia stato costruito ogni singolo centimetro cubo degli immobili crollati o lesionati. È l’obiettivo dell’inchiesta della procura di Rieti e di quella della procura di Ascoli dopo il sisma del 24 agosto. La prima indagine è stata aperta già poche ore dopo che Amatrice e Accumoli erano state rase al suolo dal terremoto: il fascicolo dei pm ipotizza il reato di disastro colposo. Identica l’inchiesta aperta dai magistrati della procura di Ascoli per indagare sul fronte marchigiano del sisma: entrambe non hanno ancora alcun nome iscritto nel registro degli indagati.
Una condizione che potrebbe cambiare presto, dato che se dovessero emergere responsabilità specifiche e personali, potrà aggiungersi anche l’ipotesi di omicidio colposo. Vanno in questa direzione le parole del procuratore laziale Giuseppe Saieva, raccolte dal Messaggero. ” C’è la responsabilità della natura e della faglia che si muove, e c’è la responsabilità degli individui. È quella che stiamo cercando di ricostruire” ha detto il magistrato. Tradotto: bisognerà capire se i crolli che hanno ucciso gli abitanti di Amatrice e Accumoli si sono verificati soltanto a causa della forza del terremoto oppure da costruzioni fatte male, con materiali scadenti, cattive progettazioni ed eventuali speculazioni sul cemento. E paradossalmente nel registro degli indagati potrebbero finire i nomi di alcuni sopravvissuti al sisma, committenti degli interventi agli immobili, in caso di mancato rispetto delle regole edilizie e delle norme antisismiche.
Per il momento, però, le due procure lavorano soprattutto per l’identificazione delle vittime, ma è scontato che, dopo questa prima fase, le inchieste entreranno nel vivo: con i primi sequestri, sulla base delle acquisizioni già in corso da parte della polizia giudiziaria. È in provincia di Rieti che l’indagine sembra essere più complessa dato che in gran parte si basa sulla documentazione relativa agli immobili – come progetti e autorizzazioni – finita tra le macerie del comune.
E infatti gli inquirenti hanno raccomandato di utilizzare particolare precauzione nella rimozione delle macerie del municipio di Amatrice, per recuperare il maggior numero possibile di pratiche. Addirittura c’è chi ha ipotizzato – come il Corriere della Sera -un possibile sequestro dei ruderi che un tempo ospitavano il palazzo di città. Il lavoro degli inquirenti, in ogni caso, cercherà di fare luce anche sul motivo per cui lesioni e crolli si sono verificati anche in edifici che erano stati ristrutturati di recente con previsione di interventi antisismici, e che tuttavia, non hanno retto all’urto dell’onda sismica, a cominciare dalla scuola di Amatrice e dal campanile di Accumoli, divenuti simboli del disastro. Saranno ordinati accertamenti su tutto l’iter della costruzione: dall’assegnazione degli appalti alla progettazione, dall’edificazione dell’immobile ai controlli successivi, con particolare riguardo alla verifica della rispondenza alle leggi antisismiche.
Il lavoro degli investigatori, poi, sarà dedicato anche ai lavori di ricostruzione. Maxi appalti che – come successo in passato in casi simili – potrebbero attirare gli appetiti delle associazioni criminali. È per questo motivo che gli uffici giudiziari del luogo si coordineranno con la procura nazionale antimafia e con l’Autorità anticorruzione.”Vedo due pericoli, tutti italiani, anche in questo terremoto – ha detto Raffaele Cantone intervistato da un quotidiano – la mafia che ne approfitta e s’infiltra nella ricostruzione e le grandi abbuffate dei soliti speculatori”. Dello stesso tenore l’allarme lanciato da Pietro Grasso. “Ora dobbiamo stare attenti- ha detto il presidente del Senato – perché la maggioranza del Paese è solidale, ma c’è anche una parte del Paese, formata dagli speculatori, da criminali diventati imprenditori. E’ successo all’Aquila e dobbiamo cercare di prevenire questo fenomeno. Il rischio è che dietro a ditte e appaltatori ci siano presenze criminali che prendono i lavori ma poi bisogna stare attenti se usano più sabbia o cemento”.