Che la strada maestra sia quella della ricostruzione dei Paesi colpiti dal sisma del 24 agosto “com’erano e dov’erano“, sul modello del Friuli, è già chiaro. A riconferma di questo orientamento, domenica il premier Matteo Renzi è andato a Genova, accompagnato dalla moglie Agnese, per incontrare l’architetto Renzo Piano e riflettere con lui su come intervenire per dare subito un tetto ai terremotati e al tempo stesso avviare i cantieri per ricostruire edifici pubblici e case. Il presidente del consiglio, riferiscono i siti di Secolo XIX e La Stampa, è arrivato nello studio del senatore a vita, a Vesima, poco dopo le 13, e ci è rimasto per quattro ore.
Dopo il pranzo, Renzi e Piano hanno parlato della ricostruzione. E l’architetto ha ribadito i concetti spiegati in un’intervista al Corriere della Sera: “Né container né tendopoli. Non si deve allontanare la gente da dove ha vissuto. Amatrice, Pescara del Tronto, Arcuata, Accumoli, Grisciano: bisogna ricostruire tutto com’era e dov’era. Sradicare le persone dai loro luoghi è un atto crudele. Vuol dire aggiungere sofferenza alla sofferenza”. Di qui la proposta di un “cantiere leggero. Superata la prima fase, si devono prevedere abitazioni montate nella zona sismica, strutture temporanee, non definitive”. Per esempio “si possono fare in poco tempo case di legno, a 600 euro al metro quadrato, come a Onna, in Abruzzo. Finita la ricostruzione si ricicla tutto: il terreno occupato poi torna a essere campo di grano o pascolo“. I tempi in questo modo “sono più lunghi”, perché è “un’operazione sottile”, “un rammendo, che si avvicina al mio impegno di senatore sulle periferie “, ma consentirà di “ricucire senza distruggere“.
Parlando con il Corriere, Piano ha affrontato anche il tema di quello che Renzi durante la conferenza stampa del 25 agosto ha battezzato “Casa Italia“, un piano – per ora solo un’idea da riempire di contenuti – di manutenzione e messa in sicurezza di tutto il Paese. Secondo Piano “prima occorre pensare a scuole e ospedali“, “un dovere civile, politico e morale”. Quanto al patrimonio privato, “serve un programma di investimenti e incentivi, come quelli che sono stati dati per l’energia. C’erano gli Ecobonus? Si facciano i Bonus Casa. All’Italia serve una definitiva messa in ordine: energetica, sismica, idrogeologica”.