Non conoscevo Libero Grassi, mi colpirono le sue dichiarazioni durante una puntata del Maurizio Costanzo Show – afferma Salvatore Giordano organizzatore della manifestazione messinese – in cui spiegava perché aveva intrapreso quell’azione solitaria contro una richiesta di pizzo che gli costò poi la vita. Voleva salvaguardare il lavoro dei suoi 100 dipendenti. Qualche settimana dopo siamo partiti in ventotto per raggiungere in bicicletta il luogo in cui è stato ucciso Grassi e deporre un mazzo di fiori. Da quel gesto nasce la storia della Gran Fondo Libero Grassi”.

La storia di una manifestazione ciclistica che porta, da 26 edizioni, il suo nome, è il modo che ho scelto per ricordare che oggi ricorrono i 25 anni della morte di Libero Grassi. Un imprenditore coraggioso ucciso dalla mafia. Ricordarlo è un obbligo morale, trattandosi di un uomo che, in un periodo terribile per la storia siciliana, non ebbe paura di diventare eroico esempio, spesso non seguito, ma fortissimo anche a 25 anni di distanza.

Hanno prodotto due film (uno in onda stasera), lo Stato gli assegnò la Medaglia d’oro al valore civile e le commemorazioni a Palermo che si sono susseguite negli anni hanno confermato che il trascorrere del tempo fa dimenticare. Proprio la figlia dell’imprenditore, Alice Grassi, si dice arrabbiata perché la città dimentica: “Il mio desiderio sarebbe quello di vedere gente nuova in via Alfieri e purtroppo non è mai successo. Ma non può più essere che ce la raccontiamo sempre tra di noi”.

Rabbia e tristezza in questo anniversario, il primo senza la vedova Pina Maisano che è scomparsa qualche mese fa. Quella di Alice Grassi che lotta contro l’oblio assieme al fratello Davide, è la storia di tanti parenti e amici di eroi, eroi che non finiscono nemmeno sui libri di scuola ma al massimo su qualche targa. Sono simboli, è vero, e allora vi spiego perché io ho visto nella foto del podio delle premiazioni dell’ultima “Libero Grassi” un simbolo diverso da una scritta su un muro.

La corsa ciclistica organizzata dalla Ciclo Tyndaris nacque di getto e ha il merito di diffondere il nome di Libero Grassi, in un momento gioioso e di condivisione, di generazione in generazione. Giovani ciclisti che si saranno chiesti a chi fosse dedicata questa corsa, una delle ultime di un certo prestigio rimaste in Sicilia. Alice Grassi siede sul podio delle premiazioni fiera e serena, questa è l’immagine della speranza. Nel ciclismo, come in ogni sport, la vittoria conta e così mi torna in mente l’immagine di suo fratello Davide che fa il segno di vittoria ai funerali del padre. Davide spiegò quel gesto dicendo che Libero Grassi era morto da vincitore. “Ora c’è più gente viva che può fare il segno di vittoria”.

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